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Benedizione
 
Benedizione 2016-09-17 06:25:10 68
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68 Opinione inserita da 68    17 Settembre, 2016
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Il canto dell' esistenza: epilogo e rinascita

Ricordi e rimpianti accompagnano la fine di una vita e segnano il ritorno dei fantasmi di un passato mai dimenticato tra illusioni, delusioni, speranze, dolori ancora vividi e certezze da tempo consolidate.
Dad Lewis, vecchio proprietario di uno dei negozi più conosciuti ad Holt, e' alla fine dei suoi giorni, affetto da un male incurabile, ha perso da molti anni l' affetto figliale di Frank, e negli ultimi soffi vitali è accudito dalla amorevole e compassionevole moglie Mary e dalla figlia Lorraine, alla quale anni prima un destino crudele ha tolto la gioia più grande.
Il reverendo Lyle, da poco trasferitosi a Holt con la famiglia, affronta il proprio radicalismo predicatorio scontrandosi con il rigore e l' irriverenza della comunità, Alice e' una ragazzina orfana di madre che vive con la nonna, Alene una donna sola, intristita dagli anni e dal rimpianto di un amore perduto.
L' assenza di certezze, affetti, desideri, l'abbandonarsi a pensieri cupi, un senso di solitudine interiore, la voglia di riacciuffare e rianimare una vita da tempo sfuggita e segnata sono i temi di " Benedizione ", ultimo capitolo della " Trilogia della pianura ( il primo edito in Italia ).
La fragilità dei protagonisti li accomuna in un canto della memoria ed in un percorso che scava nel passato di una vicenda scandita da attesa e lentezza.
I personaggi entrano in scena specchiandosi nelle diverse stagioni dell' esistenza, incrociano volti dimenticati, ricordano storie dolorose, si pentono degli errori commessi, rimpiangono figure scomparse.
Dad si erge a protagonista, sa che a breve morira' ed è questa terribile e improrogabile certezza a spingerlo in un ultimo disperato tentativo di riacquisire gli affetti negati e rimpianti, scacciando le ombre del passato, ma ormai è troppo tardi.
Non gli resta che abbandonarsi ad un flusso di inaspettato candore, lui da sempre così burbero, in uno slancio amorevole indirizzato agli affetti più cari ed a quei conoscenti accorsi al suo capezzale per un ultimo saluto consolatorio.
La narrazione scorre lenta su Holt, paesaggi ingrigiti annunciano tramonti interminabili, le stagioni cambiano, senza cura, il caldo soffocante si abbandona a lunghe giornate nevose, ma il tempo della memoria e dei sentimenti si è fermato e molte domande rimarranno irrisolte.
Volti rigati, segnati dalle lacrime dei ricordi e dalla pioggia incastonata nelle pieghe di un paesaggio sonnacchioso su una tela dai colori tenui, diafani, solo accennati, dialoghi che prediligono il silenzio ed emozioni sottratte, in uno scambio minimale di sensazioni fuggenti.
Eppure, in questa sospensione spazio-temporale, che vede l' autore astenersi da qualsiasi giudizio, emerge una voce suadente, ammagliante, una narrazione che ci introduce in un universo di sofferenze, e di emozioni, con pochi tocchi, essenziali, affacciandoci su un palcoscenico ( la vita ) dove poco accade, visivamente, molto a livello sensoriale, in attesa di un evento definivo ed espiante.
Prevale una sensazione di attesa, tra respiri solo accennati, variazioni cromatiche e sensoriali, apnee del profondo, visioni oniriche, persino le tende della camera seguono le poche ondulazioni presenti.
L' epilogo segna l' inizio di un' altra storia. C' e' chi se ne andra' per sempre e chi, perdutosi momentaneamente, ritrovera' la strada di casa e l' abbraccio delle persone amate.
" Benedizione " e' un capitolo a se' della " Trilogia della pianura ", non ha un legame apparente con i personaggi e gli accadimenti dei precedenti ( ma alcuni di essi sono ricordati nel testo).
È un percorso espositivo in parte mutato, il lirismo, i dialoghi fitti, a tratti il ritmo incalzante e la vivacita' del passato divengono essenzialita', sottrazione, secchezza stilistica ed espositiva.
Si affronta una preciso tema, la morte, a completamento di un ciclo vitale e narrativo che ha posto al centro del racconto la nascita in " Canto della pianura " e relazioni affettive consolidate in "Crepuscolo".
Al termine della lettura un senso chiaro e preciso si compie, una sola indiscussa protagonista svetta e si mostra, la comunità' di Holt, madre e figlia, moglie ed amante, amorevole e violenta, dolce ed amara, volto scavato e tumefatto di una provincia americana con radici profonde e contraddizioni evidenti.

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"Canto della pianura "
" Crepuscolo "
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