Dettagli Recensione
la mia libreria
Il marito infedele, il divorzio, un anno trascorso nel limbo di un tunnel in cui non si intravede alcun chiarore. Finche’ zia Ruma decide di recarsi in India, spezzando così la routine di Jasmine.
Serve un aiuto alla vecchia libreria a Shelter Island, dove il vento sferza vigoroso e la pioggia inumidisce le giornate, a miglia di distanza dal cielo azzurro di Los Angeles. Lontano dalla finanza e dall’ufficio minimalista di Jasmine, il negozio di zia Ruma e’ in un edificio storico dalla bellezza decadente, privo di best sellers ma colmo di polvere , statue orientali, profumi, volumi vissuti e presenze altisonanti.
Il romanzo gioca su un elemento che mi e’ molto caro, ossia – vagando in libreria – individuare non tanto il titolo di qualita’ rispetto ad uno standard, ma il libro di cui ho bisogno in quel preciso momento. Una battaglia complicatissima, in linea di massima persa a priori. Servirebbe un libraio capace di interpretare il cliente per mezzo di poteri speciali, magari su suggerimento degli spiriti degli scrittori che vedono oltre l’apparenza. Proprio come a Shelter Island.
Amato questo concetto di base e la bellissima e malinconica ambientazione isolana, l’entusiasmo sul racconto della Banerjee si raffredda velocemente. Si tratta di un narrativa molto semplice, con qualche ingenuita’ di troppo e una sovrabbondanza di cuoricini , priva di quel passo che rende di qualita’ anche la scrittura di intrattenimento .
Cio’ detto, non escludo possa piacere a chi si voglia tuffare in qualche ora di magia, panna e zucchero. Magari con la testa inesorabilmente fritta da una relazione in decomposizione.
Indicazioni utili
- sì
- no