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India, cucina e amore
Cucinare è come amare: bisogna controllare costantemente la cottura altrimenti si rischia di ritrovarsi con cuore e anima induriti, bisogna dosare gli ingredienti, sapendo quando togliere e quando aggiungere, perché sia il troppo sia il troppo poco rischiano di far fallire il piatto, e poi bisogna imparare a speziare e decorare perché sono proprio sogni e speranze a far di noi quello che siamo.
Questo romanzo offre una nuova variazione sul tema “cucina e amore” attraverso le parole della tata indiana Komathi che, per ogni lettera dell’alfabeto, ci racconta un piatto della cucina tamil e, con esso, la sua storia, le sue emozioni, la sua vita. E, ad ogni aneddoto di Komathi, si affianca la voce di un narratore esterno che ci parla di Lena, la ragazza che Komathi ha cresciuto e che ora vede vivere una vita asettica, insipida, disinfettata. Una vita senza amore.
Lena non ha alle spalle un passato tormentato o un'infanzia dolorosa di cui porta le cicatrici, è semplicemente una donna come tante, che ha fatto delle scelte pensando di seguire la strada più giusta. In questo caso, sposare un brav’uomo, affidabile e pacato, pur non amandolo, per costruire insieme un futuro solido, al riparo dai tradimenti delle emozioni e dalla delusione delle aspettative. Eppure nei suoi occhi Komathi vede ancora quelli, sognanti e curiosi, che una volta brillavano mangiando semi di cumino zuccherati e sa che quella bambina piena di emozioni si nasconde ancora dentro la rigida corazza in cui sembra imprigionata. E l’arrivo nel vicino cottage di un ospite, un attore di Bollywood in fuga dal caos e dall’impersonalità della notorietà, porterà nella vita di Lena quella ventata di emozioni ed energia, insicurezze e paura, rimettendo in gioco la sua intera esistenza.
La brevità della storia, composta dall’intrecciarsi di veloci scene e pillole di spunti culinari, rende questo romanzo una lettura leggera e veloce, che non approfondisce forse molto i caratteri dei protagonisti ma riesce comunque a parlare di sentimenti reali in modo davvero vivido e delicato, aggiungendo un pizzico di esotismo grazie all’atmosfera pregna dei profumi e dei sapori della cucina indiana. Una narrazione piacevole, in questo caso merito anche di un’ottima traduzione che ha saputo restituire la grazia e l’efficacia di questo racconto, riuscendo a evitare l’appesantimento dovuto alla presenza di intraducibili termini tamil e di piatti così lontani dalla nostra cultura.
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Ciao e buona lettura!
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