Dettagli Recensione
L'infelicità di una geisha
Avevo visto questo volume in libreria centinaia di volte, ma non mi ero mai decisa a comprarlo. Qualche tempo fa ho visto il film e così ho finalmente deciso di leggerlo.
Si tratta di un libro interessantissimo, reso ancora più attraente dal fatto che si basa su avvenimenti e situazioni reali. La storia del lungometraggio è in gran parte fedele al libro perciò non ci sono state sorprese particolari o colpi di scena ma, comunque, l’intreccio non ha perso la sua forza. Il volume, come sempre accade, aiuta ad entrare nella testa della protagonista, soprattutto nella parte iniziale che nel film è riassunta in pochi flash.
I personaggi sono ben caratterizzati, soltanto Hatsumomo mi è parsa diversa rispetto al lungometraggio: in quest’ultimo mi aveva dato l’impressione di una donna spezzata dalla vita da geisha, mentre nel libro mi ha trasmesso più l’idea che fosse un essere cattivo per natura.
Per quanto generalmente preferisca i libri ai film da cui sono tratti, in questo caso riconosco anche al lungometraggio un grandissimo potenziale. Il film è ricco di colori, di stampe giapponesi, dei movimenti sinuosi delle danze e dei ventagli; per una persona come me, la cui conoscenza del mondo giapponese si ferma a pochi anime, si tratta di un notevole aiuto per entrare nel mondo narrato, cosa che, invece, ho trovato molto difficile con il libro.
Il mondo delle geishe è senz’altro affascinante e misterioso, tuttavia non è completamente negativo che stia scomparendo dal momento che, a giudicare da questa sorta di autobiografia romanzata, queste donne sembrano quasi tutte infelici.