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Il progetto Happy pork
“La stanza da letto di Emma era un porcile”. Tutto aperto, tutto fuori, tutto colato, tutto ammuffito: è l’incipit che fotografa la storia di una donna, del suo disordine, della polvere e dei suoi affettuosi abbracci e baci ai maiali sul grugno umido e lercio.
Nella campagna tedesca, Emma da bambina va sempre in giro sporca, guida il trattore, si arrampica sugli alberi, e indossa solo pantaloni, alleva e macella, lavora come un mulo. Emma, la zozzona tenera che ogni donna ha il bisogno di liberare.
Attraverso strani eventi, si ritrova a vivere con un uomo, "il nano Tremontino", e con tanto denaro: sceglie di approfittarne dell’uno e dell’altro, per capire, per operare la trasformazione.
Incontro con Emma, Henner e Karl, Max e Hans, uomini in preda a crisi di nervi, ridicoli e cialtroni, compagni preziosi che attraverso relazioni conflittuali diventano strumenti di cambiamento.
Una storia ilare e sorniona per appendere a vivere il presente, per scoprire che la dimensione ludica è serietà in una esistenza faticosa.
Un romanzo imperdibile, intelligente, divertente e triste, come conoscere la vita.
A tutte le lettrici, auguro un progetto Happy pork, contro il dolore di un passato che azzanna, oltre ogni "macellazione di urgenza", perché la rinascita preme per svelarsi.
“Emma si circondò a poco a poco di una pelle morbida e accogliente: gli altri la chiamavano sudiciume, ma a lei dava calore e protezione. Quel disordine era il suo stato interiore, la mappa della sua anima. Fuori però, in giardino, era un’altra cosa. Quella era una zona inviolata, lì poteva vivere come le piaceva. Il giardino era la prova di ciò che Emma voleva veramente dalla vita. Lo stato in cui versava la casa era la prova di ciò che della vita non era riuscita a lasciarsi alle spalle.”p.149