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Codirossi...per non dimenticare
Helen Humphreys è una delle scrittrici che apprezzo di più: lucida, studiosa, decisa nell’uso delle parole, profonda confidente della vita solitaria e della natura.
Nel 1940, James Hunter, pilota della Raf, Uomo-uccello, arruolato in aeronautica per non essere “costretto a vedere chi sto per uccidere”, viene catturato dai tedeschi. In un piccolo villaggio del Sussex, Rose, la giovane moglie, rimane a svolgere il lavoro di sorvegliante per il mantenimento del coprifuoco.
La realtà dei due protagonisti, lontani l’uno all’altra, è aspra e sgradevole. L’attesa di Rose è triste e rabbiosa, fino al momento in cui conosce e si innamora di Toby Halliday e accetta, contemporaneamente, di ospitare la sorella di James, in fuga dalla sua vita londinese. La quotidianità a tre è difficile e conflittuale, ma offre ad ogni persona coinvolta la possibilità di riflettere sulla solitudine interiore, sul desiderio, sui legami affettivi, sulla speranza coltivata in ogni modo.
Secondo la convenzione di Ginevra i prigionieri con il rango di ufficiale, non lavorano, “occupati a non dimenticare”. Allora, lo sport, il giardinaggio e la fuga diventano le principali attività. I giorni nei campi di concentramento sanno di pidocchi e di freddo. James guarda il tramonto e decide che, dopo la guerra, quando la prigione della carne sarà terminata, pubblicherà uno studio scientifico sulle abitudini dei codirossi.
Commovente e inaspettato l’incontro del prigioniero con il Kommandant del campo, un tedesco docente di lingue classiche all’Università di Berlino: è nuova vita per i due esseri umani volgere lo sguardo in alto verso i pini e gli abeti, concentrarsi sulla vita dei codirossi, con il cuore da 980 battiti al minuto, per non guadare in basso le miserie della guerra e del campo.
In seguito, per tutte le persone coinvolte nella storia, le situazioni cambiano inaspettatamente: forse, la vita non è solo paura e dolore, è libertà che consente possibili riscritture e programmi felici.
“Che assurdità, pensa James, che questa guerra e la precedente siano state combattute da professori di letteratura classica, appassionati di uccelli, giardinieri e acquerellisti.”p.58
“Questo è il vero problema con il tempo, pensa Rose. Non segue nemmeno le proprie regole. Si dilata e si comprime a suo piacimento. A volte è come un ospite che esita ad andarsene, altre è un specialista delle evassioni.”p.126