Dettagli Recensione
Il rivoluzionario della punteggiatura
Questa recensione si può considerare un elogio dell’imperfezione della lingua, perché Saramago scrive al di fuori delle regole. Non rispetta la punteggiatura, mescola le virgole in un sacco e le getta sulle pagine a caso, dimentica il senso dell’alternanza dei dialoghi e le virgolette, scrive periodi tutti di seguito, senza inizio né fine, senza lasciarti respiro. Ma è bellissimo il suo stile. Ti cattura. Ti avvolge in un turbinio, ti lascia un attimo, ti riacciuffa e fai veramente fatica a staccare occhi e testa da quello che stai leggendo. E’ il suo modo di rapirti. In questa storia, che è ambientata in una città priva di particolari, in un mondo immateriale, in un paese che potrebbe essere uno qualsiasi, la trama racconta quella di un giallo politico perché ad un’elezione, i cittadini votano praticamente quasi tutti scheda bianca e da questo fatto si dipana la catena degli eventi che vuole denunciare, a modo suo, anche gli inganni della politica, il senso di solidarietà e di responsabilità civica del popolo. Troviamo richiami ed assonanze con il suo capolavoro “Cecità”, che ci fanno pensare a questa caratteristica dell’autore di voler tutto uniformare per voler far spiccare, dentro il mare dei suoi pensieri, determinati personaggi, determinati pensieri, determinati valori, anche solo il suo senso di un colore, il bianco. Difficile da leggere, ma indispensabile.