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A te che mai mi hai "riconosciuta"
In "LETTERA DI UNA SCONOSCIUTA " Zweig ci parla di un amore assoluto, totale, a senso unico e, proprio per questo, altamente doloroso...che sfiora il delirio, l'ossessione, l'autodistruzione.
E lo fa attraverso una lettera misteriosa, malinconica, struggente, ma allo stesso tempo dolcissima...da parte di una donna verso l'uomo che è stato il centro della sua vita, attorno al quale è ruotato tutto il suo essere...eppure quest'uomo non sa chi ella sia.
"A te, che mai mi hai conosciuta..."
Ma forse sarebbe più giusto dire "a te, che mai mi hai "riconosciuta"...infatti il vero dramma, il vero dolore, la vera sofferenza risiede tutta lì, in quel "non esistere" agli occhi di lui, pur essendoci stata...non essere mai riuscita a farsi riconoscere da lui, a lasciare un segno.
Per lui questa donna non è mai esistita...non ne ha memoria...
Quindi a lei non rimane che un modo per diventare reale ai suoi occhi...scrivergli una lettera..."scrivere per esistere", paradossalmente proprio nel momento in cui non esisterà più, continuando a rimanere per sempre...un' eterna sconosciuta.
Immensamente doloroso e immensamente bello.