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Due donne, un unico sogno
In un Paese segnato dal dolore della guerra, due donne che il dolore lo portano scolpito nella loro storia familiare osano il coraggio della speranza. Così, Elsa lascia l'America per lavorare come infermiera volontaria in Afghanistan e Parween, che dell'Afghanistan è figlia, fa la guerra ad ogni timore e pregiudizio per affermare, con orgoglio, la propria libertà dal regime dei talebani. Due vite, insomma, che prima s'incontrano per caso e poi s'intrecciano volando insieme verso un unico sogno: un futuro migliore per una terra sfigurata dalla crudeltà dell'uomo ma pronta a rialzarsi e ricominciare. In questo scenario, la narrazione proceda snella e molto scorrevole, talora, in verità, un po' essenziale e affrettata, soprattutto verso la conclusione del racconto. Resta, però, tutto il calore di un'esperienza di vita vissuta (Elsa non è altro che la controfigura letteraria dell'autrice stessa, infermiera ed operatrice umanitaria in diversi Paesi di guerra) e l'alto valore documentario di un'opera che, come una fotografia, restituisce a pieni colori l'essenza della realtà.