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Malaussene, un eroe della vita di tutti i giorni
Se siete di quei lettori che facilmente si affezionano alla storia e ai suoi personaggi e, che concluso il libro vorrebbero con loro incominciare una nuova avventura, il ciclo di Belleville è quello che fa per voi. Sono infatti ben sei i romanzi che hanno per protagonista Malaussene e la sua straordinaria famiglia e, della serie, Il paradiso degli orchi è solo il primo capitolo.
Nonostante un certo disorientamento iniziale a causa dei troppi personaggi e delle loro dinamiche non ancora chiarissime, lo stile -unico- di Pennac mi ha tenuto avvinta alla lettura: per quanto non propriamente lineare (perché ricca di dialoghi alternati a pensieri qua è là inclusi in parentesi) la scrittura risulta fluida ,chiara, calibrata alla perfezione. Da essa trasuda quella comicità che, come Pirandello ci insegna, attraverso la “riflessione” diventa umorismo che non a caso lo stesso Pennac definisce “irriducibile espressione dell’etica”.
Ad appena un terzo della lettura la trama spicca il volo e mantiene alta quota fino all’ultimo capitolo e mentre gli indizi, le ipotesi (anche quelle del lettore) e i colpi di scena si avviluppano in questa intrigante matassa, prende nitidezza il ritratto di ogni personaggio, ciascuno con i suoi propri colori e le sue peculiarità.
Credo sia impossibile non affezionarsi al personaggio di Benjamin Malaussene, di lui sappiamo tutto perché Pennac ce lo racconta in ogni suo brontolio mentale e l’immagine che se ne riceve e quella non di un “santo”( come spesso viene definito nel libro) ma di una 'bella persona', un eroe della vita di tutti i giorni prima che dell’avventura di turno nella quale è coinvolto.