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Antica capitale
Romanzo breve dalla prosa venata di malinconica poesia, Koto è uno spaccato di vita, un affaccio discreto che mette momentaneamente alla ribalta un briciolo di umanità e tutta la sua carica emotiva.
Chieko è figlia adottiva di una coppia formata da un pittore e una commerciante, vive nell’antica capitale Kyoto , incontra per caso sua sorella gemella e si riappropria di una parte del suo passato. Le differenze sociali tra lei e Naeko impediscono un sereno proseguo del ritrovato rapporto che si chiude repentinamente come è nato.
Koto è il canto del cigno, è il tramonto del sole in una notte infinita, è l’intensità di un amore covato nel medesimo grembo , più forte del tempo e delle circostanze.
Koto è l’antica città imperiale che deve soccombere al mutare dei tempi, è lo splendore della natura, è la lentezza della cerimonia del tè, è la bellezza nascosta del particolare: una coppia di gemme su un acero maestoso, un dettaglio nella seta dell‘ohi.
kyoto è anche la città dei tessitori, dei kimono, delle feste, dei fiori in primavera e in inverno. Direi che è la vera protagonista del romanzo : la millenaria aperta all’Occidente, la malinconia della tradizione che va a tradirsi, a mutare, a sparire ingerendo tempi e ritmi non suoi, non naturali. È il sentimento della vita che tradisce, che soggioga, indurisce e abbruttisce ma è anche la forza di chi vuole rimanere fedele a se stesso, alla sua storia, alla sua tradizione. Le due sorelle, a mio avviso, con le loro scelte- l’una promessa sposa per convenienza, l’altra mancata sposa per rettitudine morale- incarnano il destino dell’antica capitale alla quale Kawabata ha voluto dedicare un delicato poema.
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Commenti
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Non conosco quest'autore ma la tua recensione è un invito irrinunciabile, speriamo di trovarlo...
Che sogno trovare un Kawabata al mercatino, a me non e' mai successo. 50 cent poi...Qui si gira sull'euro a copia.
Comunque ho anche io quell'edizione, Kawabata vintage e' al top :-)
Io l'ho trovato in Lombardia, da me è ancora più raro. Appena avrò tempo affronterò Genji di Shikibu, ne possiedo una vecchia copia anni '50 ma penso sia non integrale, vista la mole effettiva in libreria.
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Il Kawabata che preferisco è però quello di "Mille gru" con il seguito della storia in "Il disegno del piviere".