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A sud del confine, a ovest del sole
 
A sud del confine, a ovest del sole 2016-07-19 10:56:42 Cristina72
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    19 Luglio, 2016
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Come fumo spazzato via dal vento

Non mi aspettavo un tale livello di mediocrità da parte del tanto decantato Murakami, che leggo per la prima volta e collocherei sullo stesso piano della sua connazionale Banana Yoshimoto.
La noia la fa da padrona fin dalle prime pagine nell'educazione sentimentale di Hajime, dapprima bambino e “figlio unico” (diverse sono le pagine dedicate all'approfondimento di quest'ultimo concetto), poi ragazzo e uomo, tra banalità, ripetizioni e un abuso dilettantesco di virgolettati che rivelano l'incapacità dello scrittore di incidere sulla pagina con la semplice forza delle parole.
A trent'anni, dopo un periodo di insoddisfazione esistenziale e qualche ardore giovanile fatto di amoretti e un discreto repertorio di tremiti, Hajime trova finalmente un porto di quiete, mette su famiglia e vive un'esistenza da borghese agiato.
L'incontro con la futura moglie, che darà una svolta alla sua esistenza anche dal punto di vista professionale, viene narrato col solito stile piatto e perle di originalità come questa: “Io e Yukiko ci sentimmo immediatamente attratti l'uno dall'altra”.
Il nostro eroe non dimentica però la bella Shimamoto, l'amore dei suoi dodici anni che non smetterà di cercare per tutta la vita, misteriosa femme fatale che metterà tutto in discussione mentre col suo “sorriso meraviglioso” sorseggia un cocktail e pronuncia la frase di rito: “Hai da accendere?”.
Tutto nel corso della narrazione resta bidimensionale, anche le scene erotiche e i momenti di maggiore pathos, col protagonista che in preda ai tormenti si nasconde la testa fra le mani.
Romanzo a tratti persino insulso e melodrammatico, che non si fa fatica a dimenticare insieme alla sua lunga sfilza di frasi fatte: “...scomparso come fumo spazzato via dal vento”.

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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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Murakami mi è simpatico per il solo fatto di condividere con me la passione per il podismo. Dopo aver letto L'arte di correre mi è molto difficile parlarne male. Però continuo a girarargli intorno, temendo forse la grande delusione...
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Cristina72
20 Luglio, 2016
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La mancanza di ispirazione passeggera si può perdonare, la mediocrità no. Per questo non credo che lo scrittore meriti un'altra chance.
Anche io ho letto solo "L'arte di correre", piacevole per chi legge e per chi ama correre. Diciamo che l'autore non è in lista al momento. Ho però regalato un suo libro ad un'amica, a scopo di filtraggio, purtroppo da Natale non l'ha ancora letto quindi il tentativo è andato a vuoto, per il momento.
Ciao, Cristina. Murakami come Banana Y. : questo fa capire il livello del libro!
Cristina72
20 Luglio, 2016
Ultimo aggiornamento:
20 Luglio, 2016
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@Emilio, in certi passaggi ricorda proprio Banana. Entrambi mi hanno lasciato un'idea stucchevole della letteratura giapponese.
@Laura, se si tratta di Norvegian Wood, di cui dicono mirabilia, mi associo al filtraggio :-)
Un giapponese mi ha lasciato intendere che loro considerano Murakami uno scrittore "commerciale"... :-)
In Italia è considerato una specie di idolo, un autore d'essai.
Il paragone con Banana è per me efficacissimo e rende molto bene l'idea.
Ciao!
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
21 Luglio, 2016
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Evidentemente il lettore medio giapponese è molte spanne al di sopra di quello italiano, che si ingozza di Banane e Murakami :-)
In risposta ad un precedente commento
siti
21 Luglio, 2016
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Proprio quello!
8 risultati - visualizzati 1 - 8

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