Dettagli Recensione
Testa d'uovo...
Ho il cuore pesante, gonfio di lacrime...
Pochissime pagine, una semplicità stilistica disarmante, ma un messaggio potente e difficilissimo da metabolizzare.
Ci sono parole che non dovrebbero essere mai scritte nello stesso rigo: "bambini" e "malattia".
Ed invece, nella prima pagina, ti ritrovi a leggere queste parole:
?Caro Dio, mi chiamano Testa d'uovo, dimostro sette anni (ne ho dieci), vivo all'ospedale a causa del cancro e non ti ho mai rivolto la parola perché non credo nemmeno che tu esista.?
Ecco...per le restanti 58 pagine ho lottato con il cosiddetto "groppo alla gola".
Schmitt ha saputo dare voce ad Oscar, il bambino, con una leggerezza ed una delicatezza magistrali...non una parola patetica, che strizza l'occhio al facile sentimentalismo, niente letteratura del dolore, anzi...si trovano, in queste pagine, una lucidità ed una consapevolezza spiazzanti.
Non starò qui a raccontare cosa succede...vale davvero la pena leggerlo...e prendere da questo libro quello che si è pronti e disposti a ricevere (e non sempre le due cose coincidono).
Solo una riflessione: come sarebbe bello se tutti i bambini che soffrono potessero avere la loro "dama in rosa", la loro "Nonna Rosa"...
Leggere Schmitt è sempre una certezza!
Fatelo!