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Il buio che abbiamo dentro
Il mio primo McCarthy...che botta!
Culla e Rinthy sono due personaggi difficili da dimenticare, due anime scure che vivono in un tempo e in un luogo non bene identificato, dimenticato da Dio e caratterizzato da una grande desolazione, dalla mancanza di speranza, di luce, di colori...solo natura, ma quella natura ostile, lugubre, che ti inghiotte nel suo nero più feroce.
Desolati sono i paesaggi, ma anche gli animi e il cuore di chi li popola...
Il buio fuori è, in realtà, una finestra sul buio che abbiamo dentro, spalanca le porte sull'abisso del male, del malvagio, del marcio.
Troviamo il male puro, figure tra il divino e il satanico in forma trina che danno un assaggio della fine del mondo, scenari apocalittici e violenza senza pari, ma troviamo anche lei, Rinthy, l'anima in pena in cerca della sua luce, quella che le viene sottratta prima ancora che potesse illuminarla, che potesse darle un nome.
Lei incontrerà sempre gentilezza e cortesia sul suo cammino...ma il buio non si rischiarerà...
Lui, Culla, sembra invece perseguitato da continue accuse e diffidenza, come a dover scontare il male perpetrato, a dover pagare per i suoi peccati.
McCarthy scrive molto bene, la sua scrittura è potente, crudele, fotografica, ma fa male...turba.
Ho trovato le stesse atmosfere "senza speranza" e angoscianti della Kristof, che io amo.
Ora ho bisogno di luce...
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Fa per me, decisamente.
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