Dettagli Recensione
BROOKLYN
“COLM TÓIBÍN è FORSE IL MIGLIORE SCRITTORE IN LINGUA INGLESE DEI NOSTRI TEMPI”
Dopo aver letto un'affermazione del genere puoi non leggerlo?
Comprato questo mese per puro caso, devo dire che per finirlo c'è voluta una settimana buona.
Brooklyn è un racconto in terza persona che non mi ha particolarmente coinvolta, benché lo scrittore venga esaltato all'inverosimile per le grandi doti e per le sue capacità stilistiche. Il libro è suddiviso in quattro parti ed è una sorta di diario interiore più attuale che mai.
La storia racconta di una giovane ragazza, Eilis, che vive con sua madre sua sorella Rose in una piccola cittadina dell'Irlanda del Sud.
Negli anni '50, benché il mondo si aprisse a nuove opportunità, il progresso e le possibilità lavorative sembravano ritardare ad arrivare a Enniscorthy.
Per la giovane protagonista si prospettano nuove possibilità quando Padre Flood, amico di Rose, propone di andare a lavorare in un grande emporio a Brooklyn, in America.
A causa delle ristrettezze economiche e delle difficoltà della propria famiglia, che veniva mantenuta solo dallo stipendio della sorella Rose, Eilis decide di accettare la proposta.
Da qui la storia si delinea e il libro risulta perfettamente come un’ analisi dettagliata delle vicende della protagonista in una sorta di percorso emotivo che porta all'evoluzione e alla maturazione con la conseguente accettazione di sè. Tutto sommato ho trovato il tutto un po' troppo impersonale, nonostante l'autore provi a inserire citazioni piacevoli qua e là e ripercorra sommariamente le tappe emotive che qualsiasi espatriato incontra adattandosi in un posto lontanissimo da casa.
Durante la sua lontananza la protagonista conosce anche l'amore e inizia a frequentarsi con Tony, un giovane ragazzo italiano conosciuto durante una festa della parrocchia.
Il finale è un po' troppo confuso, non lascia capire le intenzioni della protagonista e se abbia scelto consapevolmente o per forza . Paradossalmente ho trovato il film di John Crowley più bello del libro ,ben articolato e ben diretto. Senza la visione del film non avrei capito molto bene il finale, forse lasciato volutamente in sospeso dall'autore o concluso troppo celermente .
infine una delle citazioni più belle che ho trovato è questa:
“[...] Leggendo quella lettera, Eilis pensò che avrebbe dovuto portarla dalla madre condividerla con lei. Il tono era secco, formale, antiquato, chiaramente il tono di qualcuno abituato scrivere. Eppure tony era riuscito a mettere qualcosa di sé in quelle parole, il suo calore, la sua bontà e il suo entusiasmo per la vita. In quella lettera c'era anche qualcosa che lui non mancava mai: la sensazione che, se si fosse distratto momento, l'avrebbe persa. Qualche ora prima, mentre si divertiva tuffandosi nel mare di Brindisi la compagnia di Nancy e George, E perfino, sul tardi, quella di Jim,eilis si era sentita lontana da tony, molto lontana, crogiolandosi nel piacere di quella familiarità ritrovata. Adesso si ritrovò a rimpiangere di averlo sposato, ma non perché non lo amasse e non volesse tornare da lui, bensì perché il non aver mai parlato di lui né con la madre né con le amiche trasformata tutti i giorni che aveva vissuto in America in una specie di fantasia, Qualcosa che non riusciva a confrontare con le giornate che stava vivendo a casa. E questo la faceva sentire strana, Come se fosse le persone: una era quella che a Brooklyn aveva lottato con due inverni gelidi E dopo tantissimi giorni duri aveva conosciuto l'amore, E l'altra era la figlia di sua madre, La eilis che tutti conoscevano, O che credeva di conoscere”.
Voto finale? 3,6 su 5
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Commenti
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al momento lo considero alla stregua di tanti suoi contemporanei!
Grazie comunque per il suggerimento ;)
fammi sapere poi cosa ne pensi, avere pareri diversi aiuta a ragionarci su! ;)
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Quest'opera tende a conavidare l'opinione sullo scrittore quale migliore autore vivente in lingua inglese.