Dettagli Recensione
L'avversario che abbiamo dentro...
Detta una bugia, dette tutte.
Come essere risucchiati dal vortice della menzogna e non riuscire più ad uscirne...ma questo libro/verità è molto più di questo...è il racconto agghiacciante di un uomo incapace di raccontarsi perché sconosciuto a se stesso, vittima delle sue bugie (ma per niente "vittima" in realtà)...che non servono a nascondere qualcosa o qualcuno, ma a celare il nulla, l'abisso di una vita mai vissuta.
Difficile capire dove finisce la debolezza, la malattia di quest'uomo e dove inizia il "male", il "marcio"...
Nella mia mente, a dir la verità, per tutta la durata della narrazione, girava e rigirava un'unica parola: "vigliaccheria"...da qualunque angolazione guardassi.
Diciotto anni di menzogne, di finzione, di truffe ai danni di chi ti vuole bene...e poi il tragico epilogo...perché è più facile spegnere la luce degli occhi un figlio, di una figlia, di una moglie, di un padre e di una madre piuttosto che leggervi la loro delusione dentro.
Ovviamente tutto sarebbe più tollerabile se fosse solo un romanzo...e non una storia vera.
Questo libro ti obbliga a porti qualche semplice e inquietante domanda: "chi è davvero la persona che ci dorme accanto?"...e ancora: "siamo davvero noi stessi o solo chi abbiamo scelto di essere?"
Carrère entra nella vita dell'assassino e ci racconta tutta la storia con una scrittura tanto semplice quanto crudele, non un arido resoconto giornalistico, ma neanche un'analisi psicologica da criminologo...Forse la grandezza di questo libro sta nella capacità dell'autore di farci sentire tutti un po' Jean Claude, tutti un po' bugiardi, ma allo stesso tempo tutti pronti a metterci dalla parte dei "buoni"...di coloro che una vita ce l'hanno davvero!
C'è chi lotta tutta una vita contro le avversità del mondo esterno e chi, invece, l'Avversario ce l'ha dentro...
Ottimo Carrère.