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Fine di un sogno
Un ambito premio letterario, l' Elysian Prize, cinque giurati di diversa estrazione capeggiati da Malcolm Craig, parlamentare inglese, diversi autori designati e scartati nel viaggio verso la '' gloria letteraria '', fino al sorprendente epilogo.
Questa la traccia di " Senza parole ", titolo esplicativo e significativo, ma paradossale, trattandosi di una trama che dovrebbe per contro reggersi ed illuminarci sulla ricchezza ed ampiezza letteraria di parole ed opere.
L' assenza di parole riguarda la complessità' del presente, un intreccio di vite, carriere, illusioni, sentimenti, un groviglio di esistenze che, imprigionate in un semplice premio letterario che coinvolge l' Inghilterra ed il Commonwealth, in attesa di un esito forse scontato, ci racconta caos, fusione e confusione del quotidiano.
I reality infatti superano e sostituiscono ogni storia romanzata, la fantasia sconfina nel delirio di vite inverosimili in una schizofrenica e circolare ruota dell' assurdo che è il mondo patinato della contemporaneita'.
La semplice complessita' narrativa introduce e alimenta una miriade di personaggi per lo più specchio del perbenismo di un' Inghilterra tuttora ancorata al proprio passato ( e desiderio atavico ma ancora presente ) imperialistico ed isolazionista e proietta i protagonisti in un nulla socio-culturale e spirituale.
Entrano ed escono continuamente di scena uomini imprigionati in un giuoco di ruoli e nel beffardo egoismo ed accanimento verso l'altro che non e' che una agonia preannunciata, un triste anticipo di quel destino di '' sconfitti '' sancito dal risultato del premio letterario.
Ma quali i veri protagonisti dei romanzi selezionati, e i giudici chi sono realmente, ed i lettori che cosa cercano, e gli editori che cosa inseguono, ed i politici si servono di chi e di che cosa per raggiungere i propri scopi?
Tutto si tinge di farsa pseudo-letteraria senza senso e logicita', ma solo confusione e solitudine dei sentimenti.
Il romanzo narra con sarcasmo e leggiadria, quasi ossimoricamante, storie di fallimenti, in primis personali, famigliari, di amori non amori, di arrivismi politicizzati, di superficialismi scambiati per profondita' e diversita', con uno humour mai banale ed una scrittura vivace, che alterna dialoghi serrati a monologhi intrisi di logorroica presenza.
Ci inoltriamo in un indomabile cicaleccio, con una circolarità' afinalistica, un parlare di vicende spesso inconcludenti, asfittiche, di noiose banalita' del quotidiano.
Permane una certa suspance indirizzata ad un delitto imminente mai pervenuto anche se, metaforicamente, un assassinio efferato emerge silente: la morte del romanzo qualitativo e la scomparsa della letteratura nel deserto culturale che caratterizza i sedicenti scrittori in erba e i giornalisti interessati all' auto-promozione ed ai '' gusti '' di mercato, gli editori rivolti esclusivamente alle vendite ed al denaro, gli artisti egocentrici e narcisisti e i politici corrotti ed amorali.