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Il processo
 
Il processo 2016-07-11 14:16:06 Giovannino
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    11 Luglio, 2016
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Un processo kafkiano.

Quante volte avrete sentito durante una conversazione il termine “kafkiano”? Magari con il classico significato di “paradossale” o “assurdo”. E vi siete mai chiesto perché e da dove arriva tale termine o accezione? Ecco la risposta la trovata interamente in questo libro, dove le situazioni kafkiane non mancano di certo, anzi…direi che probabilmente il termine è proprio qua che ha origine.

Il protagonista di questo breve romanzo (circa 240 pagine) è Josef K., e resterà K. per tutto il corso del romanzo, infatti di lui sapremo solo il nome e la professione: procuratore finanziario. Tutto ha inizio una mattina, quando Josef K. viene svegliato da due guardie che lo accusano di un reato non specificato e gli dicono che dovrà presentarsi in tribunale a breve per la prima udienza.
Da lì inizia l’avventura di Josef K. che, intenzionato a difendersi da una non precisata accusa, farà di tutto per uscirne fuori pulito da queste accuse. Nel corso delle sue avventure si imbatterà inoltre in diversi personaggi, dalla severa ma gentile padrona di casa, all’inquietante pittore Titorelli che prima rassicurerà il nostro Josef dicendogli che tramite le sue conoscenze può aiutarlo e poi subito dopo affermerà che se il tribunale chiama, volente o nolente, non perderà la causa.
La fine è tanto assurda quanto allineata con il resto del romanzo, infatti pur essendo tragica viene raccontata con la stessa linearità e con lo stesso understatement con cui è caratterizzato il libro, e riesce a far passare un evento tragico come una banale formalità. Molto divertente anche il capitolo sul sacerdote, che forse è il più kafkiano di tutto il libro...

Il romanzo ha uno stile leggero e piacevole, ed è continuamente avvolto da un manto di incertezza, tipica dello scrittore, che fa sembrare ogni situazione assurda ma allo stesso tempo naturale. Inoltre ogni situazione viene sempre descritta e non descritta, e questo stato di aleatorietà accompagna tutti i personaggi del romanzo che ci vengono sempre svelati solo parzialmente.
Alla fine della mia versione del libro c’erano inoltre delle aggiunte postume dei vari capitoli (infatti quest’opera è parzialmente incompiuta) molto divertenti e piacevoli.
Insomma se avete letto Kafka non ve lo consiglio neanche perché probabilmente già vi sarete imbattuti in questo ottimo romanzo, se invece non lo avete fatto mi sembra un’opera perfetta per iniziare a leggere lo scrittore ceco.

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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Questo è un romanzo profondamente tragico, sulla tragedia del vivere in definitiva. Curioso che tu l'abbia trovato divertente.
In risposta ad un precedente commento
Giovannino
12 Luglio, 2016
Ultimo aggiornamento:
12 Luglio, 2016
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Boh onestamente non l'ho trovato così tragico, forse perché venivo dal libro delle inquietudine di Pessoa, o forse perché alcune situazioni paradossali hanno un po' smussato le scene più tristi, non saprei ma mi è sembrato meno tragico di molti altri
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
12 Luglio, 2016
Segnala questo commento ad un moderatore
In effetti, come in tutte le opere di Kafka, non manca una certa ironia un po' grottesca.
Il libro trabocca di sottintesi e, in minor parte, di eventi simbolici.
E' un attimo trovare dietro il grottesco - se ben disegnato - la ferocia.
Poi è vero che ognuno di noi legge e ha chiavi interpretative diverse.
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