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Libra
 
Libra 2016-07-08 07:32:40 Bookaholic
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Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Bookaholic Opinione inserita da Bookaholic    08 Luglio, 2016
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Sia fatta la loro volontà

Stati Uniti d’America, il presidente Kennedy sta attraversando Dallas con la moglie Jackie, il governatore John Connally e sua moglie e un corteo di auto e motociclette come scorta. Tutti lo acclamano, la folla è in estati, i motori delle moto rombano al minimo, all’improvviso un rumore sordo che non riesce a farsi distinguere tra le urla e gli applausi. Un secondo rimbombo percepito solo da poche orecchie distratte e poi l’ultimo, fatale sparo che ancora non riesce a squarciare il caos. La macchina del presidente parte all’impazzata, pian piano la consapevolezza inizia a farsi largo tra la folla: hanno sparato al presidente Jack Kennedy.

Finisce pochi giorni dopo quel tragico 22 novembre 1963 “Libra” di Delillo ma è da qui che ha avuto inizio la storia che ha portato alla stesura di questo romanzo. Chi ha ucciso Kennedy? Si è trattato di un atto di follia di un singolo cittadino fuori controllo? È stato l’esito di un complotto architettato dall’interno? Che ruolo ha avuto il comunismo? E Cuba?
Domande che serpeggiano per tutta la Nazione a cui è difficile trovare una risposta, ma le indagini da qualche parte devono scavare e le informazioni trapelano. Con un abile lavoro da ricercatore Don Delillo è riuscito a dare coerenza a tutto ciò che è stato detto e smentito sull’assassinio di Kennedy in un libro scritto e tradotto in maniera netta e affilata, andando a scavare nella piccolezza di quelle vite confuse e patologiche che sono state coinvolte nel delitto.

Lee Oswald è una vittima del sistema inerme di fronte all’impossibilità dei suoi obiettivi di compiersi, ha una fede nel comunismo che lo porta a fare scelte giuste e un’educazione famigliare pessima che lo porta a compiere quelle stesse scelte sempre nel modo sbagliato. La sua volontà è ambigua e il suo carattere debole e incline alla violenza, una macchietta che aspira alla grandezza a cui tutto va storto. Preda facile dei potenti e della Storia, le sue scelte finiranno spesso per essere dettate dalla manipolazione di quegli stessi sistemi che credeva di riuscire a comprendere e aggirare. Così si troverà prima a essere un informatore sotto l’ala del governo russo, un soldato disonorato in America e infine un guerrigliero solitario pronto a sacrificarsi per la grande e amata Cuba. Intorno a lui sembrano ruotare delle forze oscure che dirigono le sue azioni verso quel terribile 22 novembre in cui fallisce la missione architettata apposta per lui, capro espiatorio creato ad hoc per la morte di Kennedy che ha inspiegabilmente preso sembianze umane. Sì perché quello del presidente non è un omicidio che si può lasciare al caso, va pensato e architettato in ogni dettaglio, tanto che quando Lee Oswald fallirà il bersaglio ci sarà subito un altro cecchino pronto a far fuoco e portare a termine il lavoro.

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