Dettagli Recensione
PICCOLI LIMONI GIALLI
Un po’ per caso, un po’ perché nella libreria dove l’ho acquistato era ben esposto, mi sono avvicinata e ho acquistato questo romanzo in promozione.
La storia viene riassunta in copertina in un modo un po’ catastrofico e, se non fosse per il vago sentore di speranza che viene lasciato intendere e perché è considerato un grande best seller in Svezia, non l’avrei acquistato.
Il romanzo è articolato in 46 capitoli e la protagonista è una giovane donna di nome Agnes. La sua vita non è facile come sembra: lavora da qualche anno in un prestigioso ristorante francese di Stoccolma , il Bateau Bleu ,da cui decide di licenziarsi per le molestie sessuali ad opera del suo capo.
A seguito di questo triste incidente Agnes scopre nel giro di poche ore che il suo fidanzato in tournée si sta frequentando con un 'altra donna e che i suoi genitori devono accettare una proposta di prepensionamento a causa della chiusura della fabbrica storica della piccola cittadina in cui vivono.
Agnes sembra aver perso tutto, ormai nulla le sembra avere più senso e tutto sembra esserle avverso. In tutto ciò si imbatte casualmente nel coinquilino del piano di sotto, che per sbaglio le ruba il turno in lavanderia senza saperlo. Qui inizia una sorta di avversione per questo ragazzo, che sembra aver solo la colpa di essere capitato nel momento sbagliato.
Agnes, dal canto suo, sembra però non lasciarsi scoraggiare totalmente la tutte le avversità e per caso incontra un suo vecchio collega di lavoro, Kalle, che le propone di intraprendere un percorso lavorativo con lui.
Da qui la storia prende una piega diversa, entrambi mostrano un'attaccamento al nuovo locale di Kalle e Agnes investe tutte le sue forze affinché il locale aumenti gli introiti e la clientela.
Da qui c’è una sorta di crescita personale della protagonista, che inconsapevolmente abbandona le proprie fragilità e cerca di diventare più adulta e conscia di sè e dei propri limiti. Ciononostante Agnes è ancora vittima del fascino del suo ex, Tobias, e non riesce del tutto a lasciarsi andare a nuove conoscenze.
Un aspetto essenziale viene ad esser rappresentato dall'attesa di un importante recensione scritta da un critico gastronomico anonimo che si firma con il nome di “Lola”.
Tra sviste, la presenza costante del suo vicino a cena, l’ irriverenza della sua amica Lussan, il ritorno del suo ex e una parte di quotidianità razionalmente raccontata prende forma una storia che nel complesso risulta autentica e concreta.
Potrebbe essere un po’ come un diario personale scritto in terza persona da ognuno di noi e con la sola pecca di lasciare forse poco spazio all’immaginazione.
Devo dire che l’inizio è un po’ lento, con parti inutili e un po' troppo prosaiche. La storia ingrana verso il capitolo 16 ed è scritta in terza persona sotto forma di diario. E’ ben delineata la sfera emotiva di Agnes, ma fortunatamente viene lasciato anche un po’ di margine alle figure a lei affiancate.
Presenta a mio parere una piacevolezza un po’ frammentaria e devo dire che la figura di Lola è palesemente deducibile.
Complessivamente il libro non mi è dispiaciuto, anche se onestamente lo definirei “senza infamia e senza lode”.
Voto finale? 3,4 su 5