Dettagli Recensione
Ospite in casa propria
L’irlandese Maeve Brennan ha avuto una vita intensa, profonda e non semplice. Fin dall’adolescenza ha vissuto negli Stati Uniti, diventando una giornalista e scrittrice molto apprezzata. “La visitatrice” è stato dato alle stampe solo nel 2000 e rappresenta la sua opera più lunga che però l’autrice non ha avuto il tempo di vedere pubblicata.
Dopo aver letto il romanzo e sfogliato la sua biografia, posso dire che la Brennan ha messo molto di se nel testo.
La protagonista è la ventiduenne Anastasia, che dopo aver trascorso sei anni a Parigi, alla morte della madre, decide di tornare nella sua casa di origine a Dublino. Ad attenderla c’è la nonna e Katharine, la governante.
Conoscendo bene la nonna, quello che la protagonista si aspettava era un incontro freddo ma non così tanto da farla invece sentire solo una visitatrice di passaggio, un ospite in casa sua.
La Brennan ha uno stile di scrittura che incanta e fa riflettere. La trama del romanzo è molto scarna e pur capendo il quadro generale della storia, i dettagli, quelli che fanno la differenza, arrivano a noi pagina dopo pagina. Con il suo stile è riuscita a coinvolgermi e a lasciarmi stupita per la padronanza di linguaggio e la semplicità con cui sembra scrivere.
Difficile non immedesimarsi nello stato d’animo della protagonista e vivere il suo tormento. Pensare di tornare dall’unica famiglia rimasta e sentirsi solo una visitatrice, con gli altri in attesa della tua partenza.
“La casa è un luogo della mente. Quand’è vuota, diventa irrequieta. Si anima di ricordi, visi e luoghi e momenti passati. Immagini amate riemergono, disobbedienti, a rispecchiare quel vuoto”.
Lo consiglio, si legge velocemente (sono circa cento pagine) e la riflessione è garantita.
Buona lettura!
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Federica
Fede
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