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Eros e thanatos
Quando finisco un libro di P. Roth mi vengono in mente sempre le stesse parole: "che scrittura stupenda!"...
Perché è vero, è innegabile, è così!!!( E dopo aver patito la scrittura della Jelinek, è stato un vero balsamo per la mia mente!)
In questo romanzo anche la "costruzione" è magistrale: è una sorta di confessione che il nostro protagonista fa ad un ascoltatore sconosciuto, di cui non sappiamo nulla e che si palesa solo nelle ultime righe con un paio di frasi pronunciate in discorso diretto, ma che potrebbe tranquillamente essere se stesso.
Si racconta e, nel farlo, ci racconta...
Questo è un romanzo che parla di desiderio, di libertà sessuale, di rivoluzione sessuale, di vecchiaia, di figli arrabbiati, di amore, di vita e di morte, di malattia...ma soprattutto racconta di un'ossessione.
Ossessione per qualcosa che si ha... perché già sai di doverla perdere, (e questo ti impedisce di goderne appieno anche quando potresti farlo) ma anche ossessione per qualcosa che si è perso.
Sesso e desiderio sono usati come veicolo per sfuggire all'età che avanza e alla morte...che, come spesso avviene, penetra attraverso altre porte, inaspettate.