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Scacco matto
“Antichissimo eppure eternamente nuovo, meccanico nel suo impianto eppure efficace solo attraverso l’immaginazione, limitato in uno spazio geometrico fisso e allo stesso tempo illimitato nelle sue combinazioni”, il gioco degli scacchi, con il suo fascino immortale, è protagonista di questa novella scritta da Stefan Zweig nel 1942.
Sullo sfondo informe e incolore di una nave da crociera, si svolge una partita emblematica. Da un lato Mirko Czentovic, goffo e rozzo campione mondiale, privo di cultura e di fantasia, arrogante e orgoglioso nella propria pochezza intellettuale. Dall’altro il Dottor B., giocatore dilettante, pacato e modesto avvocato dalla mente fine e visionaria, rappresentante della vecchia Austria imperiale, istruita, garbata, educata. Quell’Austria che non c’è più.
Una partita nel gioco intellettuale per eccellenza, quello che poco concede al caso e alla fortuna, quello dove contano solo la strategia, la lungimiranza, la mente. Un quadrato bianco e nero. Sessantaquattro case. Trentadue figure. Pezzi da sacrificare per il bene di altri, posizioni da difendere, vantaggi da conquistare: una guerra. Ma allora, qual è la vera partita che si sta giocando?
Un nemico ignorante, che non sa scrivere correttamente in alcuna lingua e neppure giocare partite a mente, che conosce solo la legge del denaro e le regole degli scacchi. Sembra facile da combattere. Ma è davvero lui il vero nemico? O è la passione del gioco, la brama di vincere, l’esaltazione di trionfare? La follia di giocare una partita in cui il nemico vero potresti diventare tu stesso?
Bellissima questa novella capace di racchiudere in un momento di gioco una molteplicità di significati e possibili interpretazioni, capace di rappresentare con un aggettivo o un gesto la profondità psicologica di un personaggio e forse di un’intera epoca, capace di immortalare nella brevità di un racconto l’intensità di un momento storico e la difficoltà di trovare il proprio equilibro per riuscire ad affrontarlo.
Scacco matto. Finisce così una partita. Triste pensare che con questa novella si sia chiusa la partita della vita di Zweig, morto sucida poco tempo dopo.
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Commenti
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Ma sai che lo spunto per questo libro l'ho preso proprio da "Curarsi con i libri"? E' nella lista dei dieci migliori romanzi brevi :)
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anche io ho aggiunto di recente alla mia lista (infinita) di libri da leggere questo romanzo che hai recensito e dal tuo commento mi ispira ancora di più! Bella recensione!!
Marta