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L'amore ha i sintomi del colera
Non posso negare la difficoltà che trovo nel dare la mia opinione su questo libro. È stato il mio battesimo con Màrquez, un autore che mi ha sempre attirato ma che fino ad ora non avevo ancora avuto il coraggio di affrontare. Il suo stile è particolare e ha una prosa simile a quella di José Saramago, anche se molto diversa nei contenuti. Lo stile è davvero eccelso, anche se risulta un po' pesante, perché Màrquez fa uso di dialoghi col contagocce e racconta tantissimi eventi arricchendoli con infiniti (forse troppi) dettagli. Se non fosse così bravo a usare questo stile, che non facilita la lettura, mi sarei sicuramente suicidato prima di finirla.
Fortunatamente, l'autore è un maestro.
Florentino Ariza è un giovane impiegato con la passione per le poesie d'amore, che un giorno si innamora follemente della bellissima Fermina Daza. Fin dal primo momento, capisce che è donna della sua vita. Comincia ad aspettarla per ore per vederla passare in un momento fugace. Le scrive poesie e canzoni d'amore. Le suona serenate controvento, in modo che l'aria turbolenta porti le note fino alla tanto amata finestra. Il loro amore fiorisce gradualmente, per poi sbocciare in un uragano indomabile.
Purtroppo, gli ostacoli non saranno pochi. Primo fra tutti il padre di lei, che opporrà il suo veto incontestabile, deciso a farla sposare con un buon partito, cosa che Florentino non è assolutamente. Ma quando anche l'ultima barriera è stata superata, e i due potrebbero finalmente godere del proprio amore, vedendo l'amante dopo tanti mesi di lontananza forzata Fermina ha un lampo. Nella sua testa scatta qualcosa di repentino che le dice che Florentino non è l'uomo che sposerà. Lo respinge, dopo un pò di tempo si sposa con il rinomato dottore Juvenal Urbino e va avanti per la propria strada, dimenticandolo. Per Ariza si spalanca un oblio che durerà oltre cinquant'anni.
Avete capito bene. Perché lui l'aspetterà, attenderà pazientemente la morte del suo attuale marito per ripresentarsi da lei, sapendo che di fronte a tale perseveranza, a tale amore, non potrà che essere sua.
Un amore immenso, eterno, indistruttibile. Un amore che nemmeno altre donne hanno potuto sostituire, perché potevano anche essere migliori di Fermina, ma non erano lei. Lei che gli ha pervaso l'anima, che lo ha legato come un condannato alla prigionia, che lo ha infettato come il colera, e che come quest'ultimo non ha termine se non con la morte, nella maggior parte dei casi.
Un amore che non si spegne nemmeno nella vecchiaia, né nella morte.
"Ma la visita riveló che non aveva febbre né dolori in alcuna parte e che l'unica cosa concreta che sentiva era un bisogno urgente di morire. Gli bastó un interrogatorio insidioso, prima lui e poi alla madre, per constatare un'ennesima volta che sintomi dell'amore sono gli stessi del colera."
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Commenti
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Sostanzialmente condivido la tua valutazione, anche se in questo periodo mi sento lontano da Marquez : le mie preferenze ora si spingono essenzialmente verso l'Europa del Nord.
Vale.
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Ciao, Manu