Dettagli Recensione
Bisturi e poesia...
Romanzo breve, racconto lungo...quello che conta è ciò che mi ha lasciato e le emozioni che mi ha suscitato: la Kristof riesce ad arrivare a toccare delle corde in me laddove altri scrittori falliscono...e se dovessi spiegare il motivo per cui il suo stile così asciutto ed essenziale, ma al contempo profondo ed intenso, riesca ad incollarmi alle pagine come se null'altro esistesse, non saprei farlo.
Ho molto amato la "Trilogia della città di K" e temevo di rimanere delusa dagli altri suoi scritti, non è stato così.
Indubbiamente ci sono in lei dei temi ricorrenti, quali la guerra (che faccia da sfondo o sia solo citata non importa...c'è!), l'ambientazione "non collocabile"...in un tempo "non ben definito", il gioco di identità dei personaggi e soprattutto il voler giocare con i loro nomi, la menzogna, un'infanzia misera (o miserabile) che ritorna costantemente a galla, l'alienazione...il delirio psicologico...
In questo racconto però c'è anche altro, c'è l'amore...un amore impossibile, ma pur sempre amore. E poi c'è poesia...una meravigliosa alternanza di frasi spietate e affilate e frasi profondamente poetiche e musicali.
"Ieri ho vissuto un istante di felicità inattesa, immotivata. È venuta verso di me attraverso la pioggia e la nebbia, sorrideva, fluttuava al di sopra degli alberi, mi danzava davanti, mi circondava.
Io l'ho riconosciuta.
Era la felicità d'un tempo remoto, quando il bambino e io eravamo tutt'uno".
Meraviglioso...