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Una vita indifferente
ATTENZIONE : CONTIENE SPOILER
William Stoner, ma per tutti Stoner quasi che a chiamarlo per nome gli si desse troppa importanza, nasce figlio di contadini e conosce il duro lavoro dei campi da cui si affranca, non per sua scelta, iscrivendosi alla facoltà di Agraria dell’Università di Columbia. Nel secondo anno di corso ha come una folgorazione e lascia Agraria per Letteratura inglese. Si impegna, studia, riporta buoni voti, ma il tutto con distacco e indifferenza, senza metterci un po’ di entusiasmo. Questo è Stoner, un uomo indifferente alla vita, la cui lontananza dal fluire delle emozioni sarà, per quasi tutta la sua vita, il suo tratto caratteristico. Ha metodo nella sua mediocrità, è testardo senza quasi rendersene conto: arriverà al dottorato e all’insegnamento quasi suo malgrado. Nella sua goffaggine arriva a provare un sentimento simile all’innamoramento per Edith e a portarlo a compimento fino ad arrivare al matrimonio. Il racconto della luna di miele riempie di angoscia: la goffaggine di lui, guidato solo da un naturale desiderio, e la frigidità di lei, consapevole di dover adempiere al dovere coniugale. Al ritorno dalla luna di miele Stoner è già conscio che il suo matrimonio è un fallimento. Edith si comporta da perfetta estranea e, come se non bastasse, gli è ostile, lo tratta male, non gli consente di potersene stare in pace a casa sua. Ma Stoner non reagisce, subisce senza arrabbiarsi – sarebbe il segno di una reazione emotiva – si rifugia all’università. Finalmente un risveglio emotivo avviene con la nascita di Grace, di cui lui si occupa completamente perché a Edith la bambina la infastidisce. Per una parte dell’infanzia di Grace si stabilisce un tenero rapporto tra Stoner e sua figlia almeno fino quando la moglie prende in mano la situazione e forse per gelosia o semplicemente per la voglia di fargli del male, allontana sempre più la figlia dal padre e ne gestisce la vita.
A dispetto di ogni previsione la vita di Stoner subisce un contraccolpo emotivo quando conosce Katherine Driscoll, una sua allieva, e se ne innamora ad una età, quarantatrè anni, in cui non pensava più da tempo all’amore e al sesso. Nella sua vita piatta e prevedibile entra una passione finalmente, che vive con grande trasporto e impeto. E’ un risveglio alla gioia dei sensi e, non solo, alla scoperta di poter coniugare emozioni e mente, perché ha una forte intesa intellettuale con Katherine.
Ma questa parentesi felice è destinata a durare poco perché Lomax, il direttore del dipartimento, che ha una vecchia ruggine con Stoner per un caso di “maltrattamento”, a dire di Lomax, di un suo protetto, gli impone di interrompere la sua storia d’amore a pena di gravi ripercussioni sul suo lavoro.
Il povero Stoner è condannato a non aver pace, né in casa né sul lavoro. Interrompe la relazione con Katherine e ritorna al tran-tran quotidiano.
Ma il fallimento del matrimonio tra Edith e Stoner e l’aria pesante che si respira in casa miete una vittima: la giovane Grace, per sfuggire alle dinamiche familiari, si fa mettere incinta. Ne consegue un altro matrimonio fallito che metterà le premesse per l’inizio dell’autodistruzione di Grace, a cui Stoner non farà niente per aiutarla.
Sulla soglia della pensione Stoner scopre di avere un cancro. A nulla serve l’intervento, ormai il povero insegnante è condannato e, come ha accettato con indifferenza e distacco tutta la sua vita, è pronto ad accettare anche l’epilogo finale.
Il racconto degli ultimi giorni di vita di Stoner sono, a mio parere, la parte più bella del libro per la maestria con cui l’autore ne parla. Struggenti, teneri, poetici e insieme angosciosi momenti che sanno descrivere ciò che è inenarrabile: la morte. Stoner, nello stato attonito e confusionale creato dai farmaci per il dolore, rivive momenti della sua vita. Con le capacità critiche offuscate dai farmaci reputa in un primo momento che la sua vita sia stata un fallimento ma poi ci ripensa e prende distanza da qualsiasi giudizio, tutto preso a osservare il mutare delle luci del giorno che entrano dalle finestre della sua stanzetta e assistono al suo lento spegnersi.
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