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La porta
 
La porta 2016-05-28 09:54:40 manuelaagosto
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manuelaagosto Opinione inserita da manuelaagosto    28 Mag, 2016
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Il mistero dietro la porta

La storia tra Magda, la scrittrice, ed Emerenc Szeredàs, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche, è una storia conflittuale, banalmente si potrebbe dire di amore e odio, ma è ricca di tutte le sfaccettature possibili tra due persone che si amano, si cercano, e allo stesso tempo non si sopportano, si detestano.
E’ un rapporto che cresce tra mille difficoltà perché è Emerenc che ne detta le regole, singolari, strane, incomprensibili, ma sulle quali non si può transigere e a cui tutti si sottomettono. Nessuno conosce niente di Emerenc, del suo passato, della sua vita privata che lei custodisce in un appartamento che tiene gelosamente chiuso a chiave e che mai nessuno ha visto: è il suo tempio, è parte di se stessa. I suoi incontri sociali avvengono nell’atrio di fronte alla casa. Qui riceve le poche persone che ritiene sue amiche.
Nel quadretto familiare c’è anche Viola, ufficialmente il cane della scrittrice e di suo marito, scrittore pure lui, ma in realtà legato morbosamente a Emerenc che ne condiziona la vita.
Emerenc ha una sua etica molto rigida, ha rispetto solo per chi fa lavori manuali ma è tutt’altro che stupida, ha un rapporto singolare con Dio, in cui dice di non credere, ma a Lui si rapporta direttamente, senza mediazione di Chiesa o preti.
E’ testarda, non obbedisce alle regole, se non alle sue, sembra non avere sentimenti ma poi si scopre che si prende cura di tutti gli ammalati del quartiere, che porta continuamente piatti dell’amicizia quando qualcuno sta male, che si fa letteralmente in quattro, e non tanto per i soldi, per adempiere ai suoi mille impegni, attingendo a forze comunemente inaccessibili per la sua età avanzata.
Ma questo libro è soprattutto la storia di come, tra mille difficoltà, con un andamento fatto di piccoli passi di avvicinamento e momenti di nuovo allontanamento, si costruisca un rapporto di vero amore fra Magda ed Emerenc, due persone agli antipodi, con due visioni del mondo opposte. Sempre quando lo decide lei, Emerenc , apre piccoli spiragli sulla sua vita, sul suo passato, persino sui suoi amori.
Nella sua coerenza ai suoi principi Emerenc è una donna di integrità morale e di disponibilità verso gli altri, purchè si rispettino le modalità in cui il suo aiuto si esplica.
Che di vero amore si tratti lo si capisce quando Emerenc fa entrare Magda nella sua casa, sbarrata a tutti, e la scrittrice vede il suo mondo, i suoi nove gatti, il suo loversit dove dorme circondata dalle sue amate bestiole: la dimostrazione più grande di affetto che la vecchia domestica poteva dare.
Ad un certo punto succede un fatto mai capitato nella vita di Emerenc. Si ammala. Una brutta bronchite, forse una polmonite, ma lei non ascolta nessuno. Non si cura, non vuole medici né medicine. Finchè a un certo punto scompare nella sua casa e non esce più. Tutti cercano di farla uscire, di permettere a un medico di entrare a visitarla, ma non c’è verso. La vecchia non apre a nessuno. Neanche Magda ci riesce ma a lei viene chiesto di prendere in consegna un vecchio gatto che nel frattempo è morto. E qui si compie il tradimento, l’atto che Emerenc non perdonerà mai. Approfittando dello spiraglio per far passare il gatto il medico riesce ad avere la meglio su Emerenc e a trascinarla fuori.
Il susseguirsi degli avvenimenti che portano la vecchia domestica in ospedale, frattanto colpita da embolia cerebrale ed emiplegica, e l’intervento dell’ufficio di Igiene per disinfestare la casa ridotta in condizioni inabitabili, incidono in maniera irreversibile nel rapporto tra Magda ed Emerenc. Ed è comprensibile: il suo tempio è stato svelato al mondo e per di più la vergogna di scoprirlo in quelle condizioni. Entrambe, la scrittrice e la domestica, sono travolte da emozioni fortissime, il peso del tradimento per Magda e il senso di vergogna per Emerenc.
Ancora una volta sarà Emerenc a decidere le sorti della sua vita restando fedele al senso di dignità e di rispetto per se stessa che ha contraddistinto tutta la sua esistenza.

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Bella recensione, Manuela.
Anche a me questo libro è piaciuto molto; anche di più di "La ballata di Iza", romanzo già parecchio bello.
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