Dettagli Recensione
Un'altra storia
Shantaram è stato forse il miglior libro che ho letto l'anno scorso, sicuramente quello che più mi ha colpito. In quel primo romanzo è possibile vivere il percorso di Lin, dalla fuga al carcere, la guerra in Afghanistan, lo slum. Un vero percorso di vita. L'ombra della montagna è una gran bella storia ma è un'altra storia. E' il seguito in fin dei conti è propone una serie di momenti accattivanti ma che non aggiungono nulla di nuovo. Con questo non voglio dire che non mi sia piaciuto, ma a differenza del primo non mi ha lasciato tanto.
E' una storia d'amore, termine del quale l'autore abusa in senso buono. Amore per gli amici, per la propria compagna, per il cibo, per la musica e tanto altro. E' lo stesso Roberts a citarsi quando nel romanzo racconta dei suoi appunti sul romanzo sulla sua vita, che per un colpo di vento si mescolano, confondendo le storie d'amore e crimine, crimine e amore.
Adoro il suo stile romantico che ho ritrovato anche in questo romanzo. "Famiglia, casa: piccole parole che sorgono come atolli dai terremoti del cuore. Separazione, isolamento: piccole parole che inondano le valli di chi è solo". Anche questo romanzo comunque ha proseguito nell'insegnamento della filosofia indiana ed orientale in generale mediante discorsi filosofici e rituali tra i quali quella del braccialetto rakhi, che è il mio preferito.
Spesso questo stile ha lasciato spazio a troppe locuzioni e per citare lo stesso autore, Roberts potrebbe essere citato per eccesso di aforismi, che alla lunga stancano.
Il mio è un giudizio combattuto e forse sono ancora influenzato dal primo romanzo. Nonostante Shantaram fosse un po' più lunga, la lettura di è stata sicuramente più veloce ed apprezzata di quest'ultimo che non finiva più.