Dettagli Recensione
Splendidamente torbido...
E adesso?
Come si fa a commentare questo romanzo?
L' unica cosa che ho voglia di fare è stare in silenzio, cercare di trattenere ancora per un po' dentro di me tutta la desolazione, il degrado, il dolore taciuto, il caldo soffocante, il cattivo odore...e cercare le mie risposte.
Che non ho.
Un libro difficilissimo. Claustrofobico. Crudo. Torbido.
Un libro che narra di quattro solitudini assolute, eppure inscindibili, incollate, fuse.
Forse, se dovessi cercare una parola che rappresenti il senso del tutto, sceglierei "decomposizione"...in senso ampio, letterale e metaforico.
Qui tutto si decompone, famiglia, corpi, sentimenti, realtà...tutto sembra perdere significato, anche la vita e la morte.
Ho ritrovato le stesse atmosfere cupe, morbose, afose, che mi avevano gia conquistato in "Cortesie per gli ospiti", ma se lì riesci in qualche modo a circoscrivere il male, il guasto, il marcio...qui fai fatica...
Sicuramente una lettura che ti rimane "appiccicata" addosso, proprio come il cattivo odore che non vuole andar via dalla pelle del protagonista.
Non è un libro per tutti, no.
Un romanzo che può disturbare, creare disgusto, che non giudica e non spiega niente, ma niente chiede...sta fermo lì a tormentarti, perché non puoi fare a meno di porti delle domande.
Ma io, alla fine, questo voglio dalla letteratura: cerco domande, non risposte...piano, lentamente, col tempo, quelle le troverò da sola.
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Ma questo te lo consiglio.
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