Dettagli Recensione
La forza di un destino crudele
Ivan, Eric e Martin sono fratelli, di madri diverse, i primi due gemelli omozigoti, tutti figli di Arthur, che scrive per vocazione ma senza successo, ancora e da sempre in cerca di una propria identità'
Sara' l' incontro casuale con un illusionista a cambiare il destino dei fratelli Friedland, abbandonati da Arthur, futuro scrittore di discutibili bestsellers e li ritroveremo, venti anni dopo, in professioni ed inclinazioni assai diverse, ammantati di un falso perbenismo , cinici ed insoddisfatti, sulla soglia della rovina e con un futuro spoglio di certezze e speranze.
Ivan e' un sedicente pittore gay, falsario, Eric si destreggia nel mondo della finanza e nella gestione di grossi patrimoni alla vigilia del crack finanziario del 2008, Martin esce da una adolescenza difficile, convive con la propria pinguitudine e si fa prete non certo per vocazione.
Le loro vicende si intrecceranno con quelle paterne in una rivisitazione di un destino beffardo e cinico.
La saga famigliare descritta da Kehlmann traccia figure della contemporaneita', il cui triste destino segnato da una infanzia crudele si ripercuote in una eta' adulta che si nutre di inganni, falsita', egocentrismo, scarso altruismo, evidenziando i legami fraterni, il vero nucleo famigliare, contrapposti a genitori assenti, fragili e perennemente alla ricerca di una via.
In particolare Arthur, artefice del disastro dell' oggi e' un personaggio ambiguo, irrisolto, che insegue la propria arte abbandonando il ruolo di padre, scomparendo per riemergere, anni dopo, intriso di successi insignificanti in una vita che non sembra averlo restituito al reale significato dell' esistere.
Il libro e' costruito attorno ai tre fratelli, ai loro fallimenti, e ci porge, oltre l' oggettivita' di una trama scarna, temi e spunti socio-filosofici.
Ne emerge una denuncia del cinismo della contemporaneita', dei falsi miti moderni, il denaro, la fama, la crudelta' gratuita, la falsita', l' edonismo, il nichilismo, ( l' apice e' rappresentato dalla figura di Martin, prete non credente!! ) ma i protagonisti assurgono a simboli di un contesto allargato e sono vittime e carnefici di un destino che appare gia' scritto e non modificabile.
La descrizione della saga famigliare e' tratteggiata nel capitolo che ricostruisce la secolare storia degli avi e si conclude con la genuina e candida visione sul futuro, attraverso gli occhi di Marie, che e' anche speranza per un cambiamento a venire.
La lettura e' piacevole, di certo non superlativa, prevale un certo scollamento tra la trama, a tratti ripetitiva e monotematica, ed i personaggi, con intrecci non sempre fluenti.
Resta l' idea di fondo e la riflessione sulla contemporaneita', in un mondo così' cambiato, dissociato, popolato sempre meno da idee ed ideali, sempre piu' da falsi " personaggi "e scelte materialistiche, senza spessore e spiritualita', ed il dubbio che assale Arthur sul reale valore della propria scelta che ha condizionato cosi' pesantemente il presente e' una ammissione di colpa e una presa di coscienza.
Di certo gli è mancata la chiave che segna e determina una vita ed il proprio significato precipuo: l'Amore!
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Condivido con te le perplessità per l'opera (recensendola per il sito, ho messo un voto ancora più basso del tuo). Devo dire che mi è invece molto piaciuto il capitolo sulla storia degli avi, segnale che Kehlmann sa scrivere e raccontare, ma in questo libro ha sbagliato qualcosa.