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MATRIOSKA DI SENTIMENTI
Un libro matrioska...dentro, man mano che procedi, ci trovi di tutto, tutti i sentimenti possibili, tutti raccontati con una nitidezza e una schiettezza esemplari, ma anche con pudore.
Un uomo di 49 anni, ad un passo dalla pensione, vedovo, con tre figli grandi difficili da gestire, relazioni "toccata e fuga" con le donne, un solo vero amico...e la certezza che la felicità non sia cosa per lui.
Non riesce a sentirsi orgoglioso di aver tirato su tre figli da solo, perché si è sempre sentito schiacciato dal dovere di farlo, senza avere il tempo di autoammirarsi, il ricordo di una moglie persa a 25 anni, all'apice della sua bellezza e del suo splendore, gli impedisce di avere rapporti stabili e duraturi...
"E non ce la faccio. So che aveva gli occhi verdi, ma non riesco a sentire il suo sguardo nel mio."
...fino a quando non arriva lei, giovane, fresca, pura.
Perché lei arriva...e insieme a lei la gioia di un amore inaspettato, più maturo, meno fisico, l'incastro perfetto tra corpo e anima, ma anche la paura di essere troppo vecchio, il demone della gelosia...
La felicità adesso è lì, può toccarla con mano, ma ha paura di farlo, ha paura del futuro...
"Sono certo che l'apice duri solo un secondo, un breve istante, la durata di un lampo, e non si ha diritto a proroghe."
Ma proprio quando si arrende all'idea di essere felice, quando abbassa la guardia...ecco che capisce essersi trattato solo di una "tregua" del destino.
Destino beffardo e oscuro.
Ed ecco che il rapporto con quel Dio, con cui già non riusciva a relazionarsi, precipita.
"Io so che Lui è una solitudine remota, alla quale non ho mai avuto né mai avrò accesso.
E ce ne stiamo così, ciascuno sulla sua riva, senza odiarci, senza amarci, alieni".
Un diario (lungo un anno) che racconta la capacità di cadere, di rinascere, di cadere ancora...
Un libro che ti avvolge fra le sue pagine composte, piene di garbo e dignità, per poi lasciarti spiazzata e dolorante, proprio alla fine, alla ricerca disperata di un appiglio che giustifichi tutto, ma che non trovi.
Perché non ci sono giustificazioni per l'infelicità, per il dolore.
"Quanto ho bisogno di lei.
Dio è stato quel che mi è sempre mancato di più.
Ma di lei ho bisogno più che di Dio".
Lieve e struggente.
Bellissimo.