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Pastorale americana
 
Pastorale americana 2016-05-11 10:02:46 Cristina72
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    11 Mag, 2016
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Sognare sogni impotenti

Romanzo strutturalmente complesso, che inizia in prima persona per cedere gradualmente la scena a Seymour Levov, meglio conosciuto come lo Svedese (“il più grande atleta nella storia del liceo di Weequahic”), incarnazione del sogno americano e mito dei ricordi giovanili dell'io narrante.
Le lunghe digressioni, che fanno luce sul periodo storico e sul background socio-culturale in cui si muovono i protagonisti, se da un lato appesantiscono un po' la narrazione dall'altro trasmettono tutta l'ispirazione dello scrittore per la storia che narra, nonché la sua capacità di districarsi mirabilmente negli intrecci narrativi.
Chiusa l'ultima pagina, viene spontaneo tornare alle prime e a un Seymour Levov imprenditore di successo e uomo tutto d'un pezzo, in apparenza soddisfatto da un'esistenza che scorre su binari impostati nel segno di uno splendido, rassicurante conformismo.
Rileggere quelle pagine quando si è conosciuta la profonda drammaticità del personaggio senza maschera fa tutt'altro effetto, e sta soprattutto qui l'originalità e la grandezza del romanzo.
Convinti, a torto o a ragione, della buona fede dello Svedese, si finisce per empatizzare con lui al punto da chiedersi dove sta l'inghippo, cos'è che non ha funzionato in una vita dove tutto sembrava dover filare per il verso giusto.
E invece no, perché ogni circostanza esteriore, oltre ad essere un opinabile punto di vista, è anche soggetta agli imprevisti del caso: “Aveva imparato la lezione peggiore che la vita possa insegnare: che non c'è un senso”.
Da antologia l'ultima parte, una cena fra parenti, amici e amanti dove sregolatezza e integrità, realtà e finzione sembrano battersi come pugili su un ring: prima l'abbraccio, poi l'affondo finale.
“Levov lo Svedese, sfuggito ai colpi dell'ariete che è questo mondo per galleggiare a mezz'aria e sognare, sognare, sognare sogni impotenti”.

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Commenti

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Mi manca, vedrò di recuperare. Ciao
Bel commento, Cristina.
Si tratta indubbiamente di un libro importante, già annoverabile come un classico della contemporaneità. Un'immagine allarmante dell'America e una sottile indagine psicologica del protagonista. Anche a me il libro è piaciuto parecchio, anche se alcune parti sono di lettura non proprio agevole.
Grazie Emilio! Secondo me parlare di immagine dell'America è un po' riduttivo. Roth racconta quel paese perché di quello fa parte, ma la “pastorale” - intesa come idea illusoria di un'esistenza protetta dall'imprevisto e dai “virus” esterni - potrebbe essere riferita a qualsiasi nazione.
@Laura, penso che ti piacerebbe! Tra le letture è proprio un “must be”. Ciao :-)
Romanzo amatissimo da alcuni...per certi critici letterari un "immancabile". Il tuo commento mi sembra molto ragionato: forse Roth induce a questo.
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