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Il cammino di Santiago
Santiago, giovane andaluso, per consolidare quello che sino ad allora non era stato altro che un sogno, intraprendere un lungo viaggio, un percorso simbolico e reale che lo condurrà fisicamente sino alle Piramidi d’Egitto e moralmente, grazie all’incontro con un vecchio alchimista, alla riscoperta di se, alla conoscenza dell’Anima del Mondo, dell’amore, del linguaggio universale. In questi giorni d’avventura imparerà non solo a parlare al vento e al sole ma anche ad ascoltarli, ad ascoltarsi.
La forza dell’opera di Coelho, oltre all’inconfondibile penna che o si ama o si odia, è nella speranza. Con i suoi volumi egli fa leva sul bisogno incessante che l’uomo ha delle promesse, si propone come guida per conseguire quella che è una vita serena e tranquilla perché determinata da una riscoperta di valori, di essenza, di individualità. L’essere umano è unico e solo artefice del proprio futuro, pertanto ciascuna scelta che si trova a dover affrontare, qualsiasi decisione che arriva a prendere, ogni segno che nella sua strada si viene a porre, lo porta a delineare un cammino che a sua volta lo condurrà al conseguimento di una felicità individuale che perfettamente si confà, e dunque non esclude, la universalità delle altre, non interrompe quell’armonia che complessivamente esiste. Ecco perché il lettore, mediante le parole e gli avvenimenti che Santiago si trova a dover sostenere, realizza che, indispensabile per abbracciare il giusto percorso, è l’essere in sintonia con il proprio io.
L’alchimista è dunque un romanzo ottimista, che invoglia ad un’analisi intima, è un testo che ricorda, per atmosfera, le storie presenti ne “Le mille e una notte” e che pertanto è adatto a chi verte in un periodo di rassegnazione ed ha bisogno di una generosa dose di incoraggiamento per andare avanti, per non scoraggiarsi e lasciarsi andare alle avversità. E’ altresì uno scritto per anime romantiche, sognatrici e filosofiche. E’ uno di quei libri che vanno letti nel momento giusto. Io ad esempio mi rendo conto di averlo conosciuto in un frangente inappropriato, in cui non potevo godere appieno delle sue sfumature. Così ché oggi, a distanza di ben tredici anni, da quella prima scoperta, torno a riflettervi e ad interrogarmi.
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Commenti
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Riconosco alcune qualità stilistiche, e l'impegno per la realizzazione dell'idea da parte dell'autore, ma fine. Pensa che tutt'ora non sono arrivata ad una conclusione sul romanzo recensito, e sono passati tredici anni. Probabilmente non ho il carattere adatto ho lasciato il tempo delle favole troppo presto. ;-)
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