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Ottime premesse, scarso finale
Che tipo di cortesie si possono riservare ad un ospite? Strette di mano, tavoli addobbati, piatti suc-culenti, vini pregiati, sigari dolci, letti morbidi. Un accoglienza degna di un magnifico ospite ma che lascerebbe intendere scarse prospettive di un evoluzione interessante del romanzo. Ecco allora che le cortesie con cui McEwan attira il lettore sembrano, stando al titolo in copertina, alludere ad un mistero, ad un invito ingannevole oltre il quale si celano orride rivelazioni e angoscianti segreti. Grandi premesse per grandi aspettative.
McEwan catapulta la coppia di protagonisti, Colin e Mary, in una città esotica affacciata sul mare dalle forme simili a Venezia. I due, legati da una relazione fondata su silenzi, sesso e figli distanti, si dedicano ad una villeggiatura oziosa spesa tra la camera d’albergo e le viuzze della città. Questa monotonia è interrotta dall’incontro con un uomo del posto che una sera, dopo aver raccontato loro della propria infanzia e delle sue origini, riesce a portarli, stanchi e assonnati dopo la nottata all’addiaccio, alla propria dimora. Qui avviene l’incontro tra tutti gli elementi del racconto: Colin e Mary da un lato e Robert e Caroline dall’altro. Sin da subito emergono ambiguità e cose non dette, frecciate e sommesse richieste di soccorso che convincono la coppia a non far più ritorno in quella casa. Come da copione vengono meno al loro intento, quasi irresistibilmente attratti dalla casa con la terrazza sul mare, cadendo così in trappola. Ed è proprio qui che il romanzo si scioglie, si liquefà, perde di consistenza.
Indubbia la maestria letteraria di McEwan sia nel descrivere l’altrettanto ambiguo rapporto di coppia tra i due come anche nel preparare il terreno per il finale ingenerando suspense e attesa ma cade sul più bello. Si incarta in un finale senza spiegazione esaustiva, caratterizzato da un rotolare precipitoso verso la conclusione. McEwan imbroglia una matassa che fino ad allora era stato in grado di districare ottimamente e fa decadere la tensione creata fino a quel punto. Insomma ottime premesse tradite da un pessimo finale.
FM
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Commenti
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Io lo trovo un buon scrittore e non lo ritengo sopravvalutato. Questo libro mi era stato consigliato e mi ha deluso; sicuramente ha scritto molto meglio come "Miele", "Lettera a Berlino".
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Ero curioso di leggere opinioni su questo libro. L'autore gode di molta considerazione. Di lui ho letto solo "Espiazione", considerato il suo capolavoro, che ho trovato bello, ma inferiore alle aspettative. Forse si tratta di uno scrittore un po' sopravvalutato ?