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Diversità tangibili eppure inesistenti
Diciamo la verità, un libro non viene proclamato "capolavoro" all'unanimità senza un motivo. "Il buio oltre la siepe" tratta temi scottanti in un modo che definirei molto intelligente. Lo stile dell'autrice è piacevole, mai pesante, lascia che la storia scorra in maniera fluida e ininterrotta. Harper Lee esprime egregiamente la mentalità degli uomini dopo la Grande Depressione, quello che era il loro modo di agire e pensare in quel periodo storico. Lee riesce anche a caratterizzare i suoi personaggi donandogli l'esatta mentalità di abitanti di una piccola città, l'immaginaria Maycomb dell'Alabama, nella quale è ambientato il romanzo. Sembra di rivivere quei tempi, di trovarsi in un luogo simile, di respirare la stessa aria dei protagonisti. E' chiaro che l'autrice ha attinto a piene mani dalle proprie esperienze di vita.
Tramite le vicende della famiglia Finch e per mezzo degli occhi della sua componente più giovane, Jean Louise detta Scout, ci ritroveremo nel bel mezzo della "tranquilla" Maycomb, popolata dai suoi abitanti così diversi tra loro. I tempi duri sono appena finiti, eppure c'è ancora qualcosa di triste, nell'aria. La popolazione di Maycomb è pregna di pregiudizi e divide sé stessa in due fazioni fondamentali, nel modo in cui si è sempre divisa l'umanità e tristemente ancora oggi spesso si divide, anche se meno marcatamente. Uomini dalla pelle bianca e uomini dalla pelle nera.
Eppure differenza reale non c'è, non c'è mai stata, se non per quello che è il colore della pelle.
Solo due tipi di esseri umani riescono a superare le barriere di questa "differenza", e sono gli uomini assennati e quelli non ancora cresciuti. E' tramite personaggi di tal sorta, come Atticus e Scout, che Lee ci rende spettatori dell'insanità dell'essere umano, della sua testardaggine nel considerare diverso e addirittura inferiore quello che in realtà non lo è. Fummo creati tutti esseri umani, allo stesso livello. Nessuno nasce diverso dall'altro, a nessuno spettano meno diritti che a un altro. Eppure, in nome di convinzioni errate e ideali folli, l'uomo riesce a farsi carnefice del proprio fratello, a giudicarlo, a segregarlo, a ucciderlo.
C'è qualcosa di tremendamente sbagliato nella natura umana, qualcosa di innato che lo porta a essere crudele nei confronti dell'apparente diversità, e non si tratta soltanto del colore della pelle, ma di qualsiasi cosa che ci possa distinguere in maniera sensibile dalla massa.
Forse soltanto quando sapremo sopprimere questi ignobili sentimenti, la vita su questa Terra potrà essere considerata migliore.
Un romanzo che emoziona, fa riflettere e che una volta chiuso ti lascia dentro qualcosa di tangibile.
"Voi conoscete la verità, e la verità è questa: alcuni negri mentono, alcuni negri sono immorali, alcuni negri non possono essere lasciati accanto alle donne, nere o bianche che siano. Ma questa è una verità che si può applicare a tutta la razza umana e non a una particolare razza di uomini. Non esiste una persona, in quest'aula, che non abbia mai detto una bugia, che non abbia mai fatto una cosa immorale, e non esiste un uomo al mondo che non abbia mai guardato una donna con desiderio!"
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