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Una scelta infelice
Quest’opera di Mishima racchiude appieno la mentalita` e la filosofia (ancora in via di sviluppo pero`) dello stesso scrittore. Narrato in prima persona, questo romanzo racconta la crescita psicologica di un ragazzo, dall’eta` infantile fino ai vent’anni circa, focalizzandosi prevalentemente sui dissidi interiori, sulla scoperta` di se`, e sul proprio individualismo. Il protagonista, alter ego dello scrittore stesso, e` un mezzo efficace per sviluppare un’autobiografia romanzata, la quale ci porta efficacemente a riflettere su temi molto importanti nella vita di Mishima, come il culto della bellezza e della morte, la sessualita`, l’eroicita` samuraica e non, e l’attrazione verso il dolore fisico. La trama, infatti, fa solo da sfondo alle riflessioni filosofiche dell’autore, rendendo la lettura scorrevole, intrigante e di facile comprensione.
E` un libro consigliatissimo a chi si affaccia per la prima volta alla letteratura di Mishima, ma anche a chi vuole integrare le proprie conoscenze attraverso un’ottima pseudo-autobiografia poiche` si presenta come una lettura con meno pretese rispetto ad opere piu` mature (ad esempio la tetralogia del mare della fertilita`).
Unica pecca che mi sento di sottolineare e` la traduzione: essendo l’edizione italiana tradotta dall’americano, nel passaggio si e` andato a perdere lo stile abbastanza semplice e conciso che permea l’opera in lingua originale, ma, soprattutto, molte frasi sono state stravolte prendendo un significato diverso da quelle in giapponese. Scelta editoriale molto infelice, a mio parere, e del tutto non necessaria, la quale purtroppo ha influito anche su altre opere dell’autore (La foresta in fiore, Dopo il banchetto, ecc.), privando noi lettori della possibilita` di cogliere appieno il significato che l’autore voleva dare ai suoi romanzi.
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