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Julia. Il viaggio. Thar Thar. Anime. Attimi.
Sono già trascorsi 10 anni da quel viaggio in Birmania alla ricerca del mistero della scomparsa del padre. Dieci anni in cui innumerevoli volte si è ripromessa di tornare a trovare al fratello U Ba, dieci anni in cui più volte ha prenotato un biglietto aereo per disdirlo all’ultimo secondo per impegni apparentemente improrogabili ma che di fatto, adesso, a ripensarci, nemmeno ricorda.
E la sua vita avrebbe continuato a fare il suo corso nella frenetica New York, megalopoli dai ritmi sfrenati, dalla routine immutabile, dai dogmi improcrastinabili, se non fosse stato per il sopraggiungere di quella lettera. Una voce, un dolore, un singhiozzo a cui Julia non può restare indifferente.
Per la ormai trentottenne vi è soltanto un modo per scoprire di quel mistero; recarsi dove tutto ha avuto inizio, tornare in Birmania.
Con “Gli accordi del cuore”, seguito de “L’arte di ascoltare i Battiti del cuore”, Sendker tocca nell’intimo il lettore che, pagina dopo pagina, è imbrigliato dal romanzo, dalla sua ritmica, dal suo contenuto. E’ un contenitore inesauribile di emozioni questo elaborato; uno scritto che inizia con un suono, si sviluppa in una terra all’altro capo del Mondo mediante il racconto, a mezzo di due voci, di un amore di una madre per un figlio e il non amore della stessa per un altro, che segue le linee di quel giovane incompreso le cui ombre di infelicità si susseguono negli anni in un cammino tortuoso che lo porta ad affrontare dolori e torture che mai nessuno dovrebbe provare, un sentiero che non è però solo di rabbia, di dolore, di odio ma anche di perdono ed amore, un sentimento che da solo non sempre è sufficiente, non sempre è abbastanza. Eppure, un incontro inaspettato, può riportare serenità, può accordare il cuore di quell’anima dannata da prima della nascita. A questo segue il momento, giorni talvolta di fugace felicità che sono però di per sé capaci di indurre alla riflessione, di guardarsi dentro, nel profondo, sino ad arrivare a prendere persino le scelte più inaspettate sino a trovare la pace. Fino a che quella paura paralizzante, quel timore di rinunciare ad una vita che non può darci alcunché, lasciano il posto ai sentimenti, alla riscoperta di sé stessi, alla voglia di mettersi, forse per la prima volta, in gioco. Perché capita una volta sola nella vita, se si è fortunati, di essere toccati così nel profondo, così intimamente che tutto il resto, tutto quello che credevamo avere importanza ci appare per quel che realmente è, un “contenitore vuoto”, e quegli affetti, quella quiete, quella sensazione di appartenenza si dimostrano quale “contenitore pieno”. Capita di rado di sentirsi a casa, nel posto giusto e nel momento giusto, con gli affetti veramente necessari.
Sendker non delude, anzi, se possibile conquista ancor più che nel precedente capitolo e lo fa con quella genuinità e quella pacatezza con cui è capace di imbrigliare il muscolo pulsante nel petto di chi legge, con quella magia con cui egli senza indugi è in grado di parlare di amore, del dolore nelle sue diverse sfaccettature, della pace, della paura; semplicemente delle emozioni.
E così, partendo dalla memoria e giungendo ad una nuova consapevolezza, “Gli accordi del cuore” si dimostra essere un libro dai cadenze incalzanti che, seppur si legga rapidamente, ti rimane dentro.
«Solo chi ama ed è riamato può perdonare. E solo chi perdona è un uomo libero. Chi perdona non è più prigioniero»
«Chi è stato lasciato una volta porta la perdita in sé.
Chi non è stato amato porta in sé un desiderio insaziabile d’amore.
E chi una volta è stato amato e ha perso l’amore non porta in sé soltanto questo amore, ma anche la paura di perderlo di nuovo. »
«A volte dobbiamo cercare la distanza per trovare la vicinanza.. [..] A volte dobbiamo fare una cosa per scoprire che ne volevamo un’altra»
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