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Il velo dipinto
Quasi trasparente quel velo copre la realtà; si colora e sbiadisce, ma, infrangibile, può solo essere sollevato, a proprio rischio e pericolo.
Kitty vuol essere ammirata, Walter vuol ammirarla, amarla, adorarla; Kitty vuol fuggire dal fallimento di una vita da zitella, Walter neppure immagina che un amore così grande possa essere tradito; Kitty tradirà, Walter non perdonerà.
In un'aria tossica, si svolge la vicenda, la Cina lontana, il colera, il caldo, il sudore, i palanchini, la frenetica immobilità cinese, le contraddizioni che si scontrano generando scenari privi di sentimenti sinceri, morte e devastazione sommergono marito e moglie e le loro piccole inutili vite prive di misericordia e amore.
Kitty cerca qualcosa che non trova, cerca la felicità, ma la cerca in ciò che conosce, nelle feste, nei balli, in un amore fatto di passione e travolgente e le piace essere ciò che è sempre stata: la più bella.
Sola in un paese straniero, sposata ad un uomo che non ama, stufa del suo amore incondizionato si lascia andare a chi le dà ciò che vuole, una passione fisica avvolta in un sottile velo d'amore che però giustifica il tradimento, quelle braccia così forti e possenti, capaci in un solo abbraccio di contenere il mondo le danno quella sicurezza che le è sempre mancata e lei si affida a colui che non l'ama, ma la desidera.
Il cuore di fronte a questa consapevolezza deve esserle scoppiato in petto, non una goccia d'amore risiede in quel rapporto, ma ella continua a desideralo perché è una breccia per rompere quel velo che è la sua vita: ma ciò che troverà sotto non sarà niente di meglio di ciò che vi è dipinto sopra.
Kitty sente l'odore lontano di ciò che cerca tra le suore di un convento, tra coloro che hanno lasciato vite di agi per dedicarsi agli ultimi, ma quell'essenza le sfugge, diviene cieca al suo cospetto e allora ancora sofferenza, ancora morte; Walter se ne va nel modo in cui si augurava se ne andasse lei e ancora non riesce a trovare uno scopo alla sua vita.
Kitty si guarda dentro e ciò che vede non le piace, ma non può imporsi di provare sentimenti che non prova, di essere migliore di quel che è; non può tornare bimba e non cedere alle lusinghe di una madre che l'ama solo perché bella, non può mentire a se stessa ancora e ancora; deve guardarsi allo specchio e capire che quel volto non cambierà mai, nonostante i limiti della dignità siano superati quel volto sarà lì a ricordarle da dove viene e chi è, sempre e sempre e non potrà fuggire da se stessa, l'unica speranza è che quel seme che porta in grembo cresca e viva la propria vita senza costrizioni, ma conscio che quello che sente in fondo al cuore è ciò a cui dovrà aspirare.
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Commenti
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Senza dubbio non ha niente a che vedere con "schiavo d'amore".
Quello che più si avverte, non so se sei d'accordo, è una certa artificiosità nella costruzione dei personaggi.
Mi spiego: perché un uomo come Walter si innamora di Kitty, certo per la sua bellezza, ma non è così frivolo.
Alla fine il personaggio meglio caratterizzato è Charlie, prende ciò che vuole, ma riesce a distinguere l'importante (la moglie) dal faceto (Kitty).
Peccato perché il soggetto è tutt'altro che banale.
qual è il suo romanzo migliore?
Qui non ci riesce, nonostante, ripeto, il soggetto sia molto interessante.
Come ha potuto 'cadere'? Forse l'intento che aveva era troppo ambizioso, descrivere in modo avvincente le mediocrità del mondo non è facile e realizzare un libro senza neppure un personaggio su cui riversare le speranze è impossibile.
Tutta la vicenda svoltasi nel convento doveva essere sviluppata in modo più empatico, anche se decidendo di fare conoscere i fatti dal punto di vista di Kitty è chiaro che non sia possibile far comprendere al lettore l'essenza della fede delle suore, ma così facendo rimane in ogni caso incompiuto l'intento.
Kitty non si riscatta e così non ci da la chiave di lettura, ci rimane solo ciò che lei ha vissuto e un personaggio frivolo come lei (perché di fatto lo rimane fino a conclusione) non può andare più a fondo.
La trasposizione cinematografica lo rende ancora più insulso, eliminando anche quel cinismo che lo contraddistingue e trasformandolo solo in una patetica storia d'more (nonostante Norton e la watts siano straordinari come interpreti)
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Un bel commento, come sempre. A me il libro non è proprio piaciuto. A parte l'antipatia verso la protagonista, mi è parso un romanzetto 'costruito a tavolino', non nato da necessità dell'autore, insomma una cosetta ad uso commerciale. Eppure lo scrittore in altre opere è piuttosto convincente.