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La morte felice
 
La morte felice 2016-03-27 10:52:30 Mario Inisi
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    27 Marzo, 2016
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Delitto senza castigo

La morte felice è il primo romanzo di Camus, pubblicato postumo e da lui abbandonato per la scrittura di un altro romanzo, mi pare Lo straniero. La storia è interessante, inizia una riflessione sulla vita e sul senso della vita, riflessione che prosegue negli altri romanzi dove si approfondisce. Qui Camus pensa ancora che la felicità sia possibile, sia legata non a contingenze, non a una morale, ma a una volontà di felicità. La felicità è possibile a esseri superiori, non è legata a una idea romantica di felicità, quindi all'amore. Il protagonista si sposa con una donna che di certo non può amare, che rispetto alle altre lui considera un corpo senza niente dentro; il protagonista rifiuta anzi, di prendere in considerazione un approccio più sentimentale al mondo e alla vita in quanto vuole dimostrare che la felicità dipende solo dalla volontà oltre che dal benessere economico che però serve solo a non dipendere dal denaro.
Camus ha una visione del mondo materialista, del tutto materialista anche se in modo quasi idealista e intransigente di rifiuto a priori dell'anima. In ogni caso anche qui la malattia si erge come ostacolo alla felicità e l'uomo che potrebbe essere felice si vede ergersi contro il muro del male. Il romanzo è diviso in due parti: la morte naturale e la morte cosciente. Non so bene come giustificare le due morti. La prima è la morte dell'invalido Zagreus che viene ucciso dal protagonista Mersault all'inizio del romanzo (tipo incipit di Delitto e castigo. La morte di Zagreus è naturale benchè provocata forse perchè chiude un'esistenza infelice di malattia. Dopo un'iniziale periodo di sofferenza di Mersault, di tristezza, di malessere dell'anima che potrebbe rimandare al pentimento, il protagonista si riprende completamente e sembra poter essere felice .L'ubris di questa innaturale felicità che sfida l'ordine delle cose viene punita con la malattia e la morte. Forse la morte è detta cosciente perchè il protagonista ha raggiunto una sua consapevolezza del mondo.
Nella Peste però c'è una visione della vita molto più affascinante chè dà all'uomo un 'anima anche se non in senso religioso.

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Commenti

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Salve Mario.
Non sapevo dell'esistenza di questo libro.
Il tuo interessante commento evidenzia la concezione materialistica dell'autore. Penso sia proprio questo ' neo-nichilismo ' di fondo a trapelare da una lontana lettura come "La peste" e avermela resa sgradita, pur senza negare la bravura in campo letterario dello scrittore.
La peste ha una concezione più matura della vita. L'uomo è medico per l'altro uomo non abbandona la lotta impari contro il morbo e l'assurdo della vita. C'è un senso di amicizia e solidarietà umana molto forte e consolante nella sua visione delle cose.
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