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Inconfondibile battito.
Julia Win, 27 anni avvocato, nonostante siano trascorsi ben 4 anni dalla misteriosa scomparsa del padre, non riesce a darsi per vita; non può permettersi il lusso di darsi per vinta. Deve sapere, deve avere delle risposte alle sue domande, non può accettare il fatto che quell’uomo con cui da sempre è tanto affine sia sparito così, nel nulla da un giorno ad un altro, senza un perché, senza una spiegazione. Non è da lui. Per non parlare del fatto che se veramente il suo obiettivo fosse stato quello di andarsene si sarebbe almeno preso la briga di cancellare quelle tracce che invece permettono agli agenti di polizia nonché alla stessa famiglia di ripercorrere quelle che sono state le tappe dell’uomo dagli Stati-Uniti al paese natale. Seguono inevitabili altre domande: perché? Qual è il messaggio insito in queste? Cosa voleva dirci Win senior?
Da qui il viaggio in Birmania alla ricerca di quei primi venti anni di vita di Tin Win, anni di cui nessuno dei suoi cari sa alcunché, anni attorno ai quali si cela il mistero. U ba, sarà colui che con la voce dei ricordi riporterà Julia a quei cinquant’anni prima, la condurrà nella foschia, nella nube, aiutandola a far luce e chiarezza su un individuo che conoscerà per la prima volta soltanto adesso.
Un romanzo semplicemente meraviglioso, uno scritto che nasce con la finalità di ritrovare un padre e che si conclude con il riscoprire, per la protagonista, il proprio essere. Un elaborato in cui un nome, Mi Mi, da semplice tappa diviene meta. Un testo in cui non si impara a guardare oltre il fugace inganno degli occhi, un libro con cui si è capaci di ascoltare oltre il percepibile, un’opera in cui l’attesa è un tassello fondamentale dell’esistenza umana. Da leggere.
«I nostri sensi amano ingannarci, e gli occhi sono i più ingannevoli di tutti. Ci inducono ad avere troppa fiducia in loro. Crediamo di vedere quello che c'è intorno, ma quello che percepiamo è solo la superficie. Dobbiamo imparare a comprendere l'essenza delle cose, la loro sostanza, e per fare questo gli occhi ci sono più d'impedimento che altro. Ci inducono a distrarci, e noi ci lasciamo abbagliare. Chi si fida troppo dei propri occhi trascura gli altri sensi, e non intendo solo le orecchie o il naso. Parlo di quell'organo che è dentro di noi e per il quale non c'è un nome. Chiamiamolo la bussola del cuore.
[..] Il problema non sono gli occhi o le orecchie, Tin Win. E' l’ira che rende ciechi e sordi. E’ la paura che rende ciechi e sordi. L’invidia, la diffidenza. Il mondo si atrofizza, si disgrega, se sei arrabbiato o hai paura. Tanto per noi quanto per chi ha gli occhi. Solo che chi ha gli occhi non se ne accorge»
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Commenti
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Grazie di cuore :-)
anche tu hai capito che UBa , mi pare ,
il vecchio che accompagna Julia, altri non è che il suo fratellastro.
Io ho capito cosi, e tu?
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