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L'importanza di chiamarsi Purity
Oscar Wilde aveva intitolato una delle sue commedie “The importance of being earnest”, giocando ironicamente sull’equivoco tra il termine earnest (serio, onesto, zelante) e il nome del protagonista Ernest.
Nell’ultimo romanzo di Jonathan Franzen, Purity è sia il nome del personaggio intorno al quale si snoda tutta la vicenda, sia l’apparente scopo del Sunlight Project, l’organizzazione clandestina che diffonde via web informazioni riservate, portando alla luce numerosi traffici illeciti. Più che evidente è il riferimento a Wikileaks e a Julian Assange, che si citano esplicitamente nel corso della narrazione.
Il simbolismo è d’altra parte sempre presente nella letteratura americana, sin dai tempi di Hawthorne e Melville. Ciò è palese anche nelle scene più drammatiche, dove la caduta spirituale del personaggio nell’abisso del peccato è scandito dal rumore della pioggia e ogni movimento è rallentato e compromesso da un mare di fango.
La struttura di quest’opera corposa è costituita di sette lunghi capitoli: i primi tre introducono i personaggi più importanti, mentre negli altri si chiarisce come si intreccino le vite di ognuno. La narrazione è impersonale, a eccezione di un capitolo in stile diaristico in cui Tom racconta di sé.
Sono tanti gli argomenti affrontati dall’autore in questo romanzo, dal condizionamento esercitato dalla moderna tecnologia sulla vita di ognuno, con conseguente perdita della privacy, alla difficoltà per il giornalismo vecchio stile di sopravvivere nell’era di internet, che trascura completamente il lato umano dei fatti e delle persone. Si trattano sia il tema della sicurezza di un paese come gli Stati Uniti che producono armi nucleari che talvolta non riescono a custodire con tutte le garanzie del caso, sia il tema della democrazia imperfetta del mondo occidentale, e quello dei danni scaturiti da un regime totalitario con riferimento alla Germania Est fino alla caduta del muro (“un intero paese di vite sprecate”).
In questo serio groviglio di argomenti, ciò che colpisce, come sempre nelle opere di Franzen, è il ruolo della famiglia nella società, delle tensioni, delle incomprensioni, dei fenomeni di incompatibilità tra genitori e figli che possono spesso ripercuotersi sulla collettività. Il difficile rapporto tra Purity e sua madre, il disprezzo che Clelia nutre per Annelie, l’odio feroce di Andreas per Katya vengono descritti con parole accorate, lasciando intendere la sofferenza dei personaggi che in alcuni casi sembrano non avere speranza. È sempre lacerante il mondo di Franzen. Le sue donne sono dotate di una forza dominante, che le rende autonome ma spietate. Eppure dietro questa maschera quasi shakespeariana, questi personaggi femminili celano un bisogno incompreso d’amore, una sofferenza generata dall’incapacitá di comunicare che le rende fragili. È ancora la strenua lotta per l’emancipazione da uno stato di subalternità rispetto all’uomo che non si è ancora conclusa.
E d’altra parte neanche l’amore trova facile realizzazione nei romanzi di Franzen. Il sesso sostituisce spesso i sentimenti e viene sperimentato nei modi più trasgressivi, quasi come volontà di affermazione di un ego tolto bruscamente dal grembo materno e ancora in cerca di tenerezza e calore.
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Tu hai letto i precedenti di Franzen? Trovi che voglia cavalcare l'onda di certe tematiche?
sempre preziosa nei tuoi contributi, mi hai fatto incuriosire rispetto all'autore. So che è molto apprezzato ma sono diffidente...
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