Dettagli Recensione
Il senso della vita
La vita di Fiona May, giudice dell' Alta Corte britannica, ormai sessantenne, per anni moglie devota, irreprensibile lavoratrice e stimata professionista, puntigliosa nell'applicazione della legge, si trascina un po' stancamente nella routine e nei propri molteplici impegni quotidiani, quando, improvvisamente, è' travolta e stravolta da vicende personali e lavorative che ne segneranno i contenuti in profondità'.
Da una parte il fallimento del proprio matrimonio a causa del marito Jack, docente universitario in cerca di nuove '' emozioni'' sentimentali, dall' altra un tormentato caso legale che è' chiamata a risolvere riguardante un diciassettenne gravemente malato ( Adam Henry ) e bisognoso di urgenti cure mediche salvavita contrarie al proprio e famigliare precetto religioso.
La giusta decisione '' legale'' definira' rapporti umani ex novo, speranze per il futuro, sensi di colpa, così' come la propria vita famigliare verrà' sciolta e riannodata in una ridefinizione complessa.
L' ultimo McEwan affronta un tema delicato e controverso, ovvero quel confine sottile tra soggettivita' ed oggettivita', libero arbitrio e legalità', auto-determinazione e diritto alla vita, eta' e capacità' decisionale, religione ed etica.
Lo fa in uno psico-dramma che è' perfetta alternanza di vicende personali e riflessioni sul senso della vita, calma apparente e turbinio emozionale, proprio ed altrui, sullo sfondo di una Londra al solito grigia e piovosa.
E la pioggia continua a cadere, tra le pagine, incessante, lenta, penetra i corpi e cosparge le membra, accarezza il pallore di Adam, definendone i tratti, scavati, quegli occhi così' scuri e penetranti, il viso segnato dalla sofferenza, e bagna il tormento di Fiona, segnando il rumore del silenzio e la solitudine di quella casa fredda, svuotata dal proprio fallimento matrimoniale, da un amore spento e sepolto sotto la grigia quotidianità'.
La compostezza, l' estrema ratio, la decisione corretta, un mondo di leggi, ordinanze, responsabilità' morali e civili, contrapposto al proprio passato, al proprio reale sentire, a quell' enorme vuoto generato dalla necessità' di indirizzare la vita degli altri sempre con la scelta più' giusta.
Fiona ricerca un senso che forse non c'e', scavalcando un dogma religioso obsoleto ed incongruo in nome di qualcosa di più' grande, quella legge naturale e morale che privilegia e protegge l' individuo ed il proprio essere nel mondo, espressione del proprio io più profondo e di un giusto fine insito in noi.
McEwan bilancia ed alterna racconto e desiderio, realta' ed emozione, oggettivita' e spiritualita', vivendoli intensamente nei due protagonisti, Adam e Fiona, solo apparentemente antitetici per eta', esperienza, inclinazioni, emozioni, ma talmente vicini da vivere ed assaporare la ricerca interiore che cosi' espressamente rincorrono, ovvero il senso, il gusto e la passione per la vita e l' amore.
Li unisce la ricerca del bello, la poesia, la musica, i misteri dell' universo, lei un giudice intransigente, lui un geniale, giovane poeta, aspirante violinista, ed entrambi sanno e percepiscono, sfiorandosi, che quel legame è espressione di profondita' totalizzante.
Il loro incontro segna la fine di un' epoca ed una fenice, uno stravolgimento emotivo ed esistenziale nella essenza di vita, e la certezza che tutto è' cambiato.
Adam deve vivere, perché' ogni dogma, amore genitoriale stupidamente votato ad un precetto religioso, ad un Dio cosmogenico totalizzante, ad osservanze nebulose, astruse o cervellotiche , non giustificherebbe la sua morte, così' come il desiderio di indirizzarne e prevaricarne la vita e tutto quell' amore, talento, passione e forza che egli possiede, esprime in ogni singolo respiro e porterà' con se' in un futuro prossimo.
E' quello stesso amore di cui Adam si nutre, viscerale, romantico, adolescenziale, estremo, totalizzante, a determinarne l' inizio e la fine, ad indirizzarne l' esistenza, a segnarne la strada.
I temi toccati sono molteplici e di somma importanza, concernono la religione, l' etica, il buon senso, la morale comune, la legge, lo stato, la responsabilità' genitoriale, medica, i protocolli di cura, tutti elementi oggettivamente presenti e fonte di acerrima discussione legale.
Ma vi è' un altro tema, altrettanto importante, spesso sottovalutato, sfuggente, ma determinante per indirizzare una vita, ed è' il significato di una esistenza che sia reale ed autentica espressione di noi, ragione quotidiana, che segua passioni ed inclinazioni individuali, che spinga la mente all' eterno ed alla autorealizzazione, che oltrepassi la semplice oggettività' ed il bene legale o voluto da altri, accecati da ragioni invadenti e che sottendono incomprensibili ed asfittiche questioni prettamente burocratiche.
Perché' e' giusto che Adam continui a vivere, al di là' di cervellotiche dissertazioni e guerre intestine genitoriali o precetti religiosi astrusi ed invadenti?
E Fiona, ritroverà' se stessa, scossa da una decisione tanto importante, da un amore finito ed un altro negato, solo sfiorato ed immaginato, da un senso di smarrimento, da un nuovo se' per anni sopito, dimenticato, indirizzato nella certezza del legiferare?
Ed il nuovo equilibrio segnera' un inizio diverso o il semplice retaggio di un passato irrisolto?
E che cosa succederà' quando la forza dell' amore libererà' il desiderio dell' altro ed una nuova visione del mondo?
Al termine della lettura sono molti gli interrogativi irrisolti, ma non è' confusione narrativa, è' solo abbondanza di temi, ed è' voluta.
McEwan ha affollato e accatastato un locale disadorno di una moltitudine di tracce e di storie che sta a noi scoprire, riflettere, collegare, approfondire, sviscerare.
Una risposta c'è', tra le righe, potrebbe essere un sunto o solo un' altra fonte di riflessione, ovvero: " Adam era venuto a cercarla, chiedendo quello che volevano tutti e che soltanto l' umana liberta' di pensiero e non il soprannaturale aveva da offrire'. Un senso".