Dettagli Recensione
Una bugiarda aspettativa
Nel mercato dell’editoria che cambia e si evolve, il passaparola dei lettori è l’ultima frontiera del marketing. Proprio a questo, Brunonia Barry deve il suo enorme successo. Nata e cresciuta nel Massachusetts, ha studiato letteratura e scrittura creativa ed è stata una delle fondatrici della Portland Stage Company, una grande compagnia teatrale. Scrittrice di alcune commedie di successo e sceneggiatrice, si è occupata anche di pubblicità e ha creato alcuni giochi rompicapo per una nota azienda americana di software. Nel 2007 decide di autopubblicare il suo primo libro senza che questo fosse mai stato sottoposto all’attenzione di alcun editore ed è subito un successo strepitoso. Il libro è presto esaurito e un mese dopo la sua uscita alla Fiera di Francoforte, l’editore William Morrow, durante un’asta, se ne accaparra i diritti per due milioni e mezzo di dollari. Subito i diritti di pubblicazione vengono venduti in tutti il mondo e per l’Italia li ottiene la Casa Editrice Garzanti. Anche i diritti cinematografici vengono ceduti e il libro sale vertiginosamente nelle top ten dei best seller statunitensi diventando inoltre il libro più venduto sul sito di Amazon.com e il più consigliato dai librai indipendenti, trasformandosi così da opera prima senza editore a vero e proprio “miracolo” editoriale. Sicuramente il libro ha degli elementi che esercitano sempre un indubbio fascino, a partire dall’ambientazione : la cittadina di Salem, nel Massachusetts, tristemente famosa per le persecuzioni e le morti inflitte alle donne accusate di stregoneria alla fine del XVII secolo e prosegue toccando temi importanti come la violenza sulle donne, il fondamentalismo e il fanatismo , la dualità presente in ogni aspetto della vita. Qui si svolge l’intricata vicenda di Towner Whitney, tornata a Salem dopo quindici anni di assenza vissuti, dopo il suicidio della sorella gemella, nella fragilità di una follia che sembrava non darle scampo. Tornata alla casa dell’amata zia Eva, misteriosamente scomparsa, Towner dovrà ripercorrere una strada lunga e dolorosa che la riporterà in un vortice di inconfessabili segreti riconducibili al suo legame indistruttibile con la gemella. In questo difficile cammino, Towner sarà aiutata dalla facoltà di riuscire a leggere il pizzo che, tenuto in controluce, può mostrare gli avvenimenti futuri; una capacità presente in tutte le donne della sua famiglia. Questa affascinante peculiarità, descritta all’inizio di ogni capitolo nella “ Guida della lettrice di pizzo” è forse la cosa più originale del libro. Un’arte divinatoria, questa, di pura invenzione dell’autrice ed ispirata ad un sogno da lei fatto, anche se dopo questo libro, sull’onda della “pizzomania”, qualcuno ha iniziato realmente a leggere il futuro nel pizzo. Scritto con uno stile diretto ed asciutto, in una confusione di magia e divino, con una trama vissuta quasi tutta al femminile e che relega i personaggi maschili ad elementi pallidi e poco rappresentati, il libro ha come tema principale la violenza sulle donne e tutta la psicologia che ruota intorno a questo, purtroppo, sempre attuale problema. Ma, a dispetto di queste tematiche importanti, della fragilità e del coraggio della protagonista, il libro non coinvolge, delude e si ingarbuglia in un intreccio confusionario che annoia, non entusiasma e non risveglia alcun moto di empatia. Questo, come al solito, è il mio parere personale, evidentemente in discordanza con il grande consenso di pubblico che il libro ha suscitato. Ma, se dovessi usare anch’io il passaparola, sicuramente non lo consiglierei. E l’unica via di salvezza potrebbe essere una trasposizione cinematografica che, con la scelta di attori carismatici, di una fotografia e di una sceneggiatura in grado di rendere al meglio l’ambientazione e di un bravo regista, potrebbe dar origine ad una produzione più incisiva e certamente più coinvolgente.
Indicazioni utili
- sì
- no