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Più gentile della solitudine
 
Più gentile della solitudine 2016-03-07 12:16:06 68
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
68 Opinione inserita da 68    07 Marzo, 2016
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Elogio della natura umana

Non conoscevo Yiyun Li, scrittrice cinese di lingua inglese trasferitasi da più' di venti anni negli Stati Uniti, e devo ammettere che si è' rivelata una gradevolissima sorpresa.
L' ultimo romanzo è' un viaggio spazio-temporale che attraversa in un ventennio le vite dei tre protagonisti, la bella Ruyu, l' introversa Moran, il rampollo Boyang, tutte legate ad un quarto personaggio, collante della storia e tragicamente scomparso, la studentessa e ribelle Shaoai, avvelenata in giovane età' ( da chi e perché'??? ) e sopravvissuta per venti anni ad atroci sofferenze post-avvelenamento.
È' un percorso tra la Cina dei funesti eventi di piazza Tienanmen, conservatrice, tradizionalista, retrograda, che pone barriere tra se' ed il mondo, e gli Stati Uniti della modernita', dove l' individuo può' emergere ed affermarsi dal nulla, protagonista del proprio destino.
Ma trattasi, prevalentemente, di un viaggio nell' interiorità', che accarezza vite spezzate da quel tragico evento che, con gli anni della maturità', chi nell'' espatrio e chi rimanendo nella propria terra d' origine, hanno cercato una svolta, un nuovo inizio ed un cambiamento radicale, per ritrovarsi invece a tirare le somme di un passato ingannevole e funesto e di quelle ombre che ritornano puntuali sotto forma di espiazione.
Così', assistiamo alla ricostruzione di una vicenda intricata con finale thriller, ma il cuore e la sostanza del romanzo e' di tutt' altro genere, ovvero traccia un profondo e preciso quadro psicologico, caratteriale, intimista, a tratti minimale, dei protagonisti, e ci parla di sentimenti, amore, gelosia, rabbia, vendetta, di relazioni umane, spesso impossibili, asfittiche, negate, di solitudini interiori, insomma di paesaggi dell' animo, con molteplici sfaccettature che si alternano a definire lo spessore del romanzo.
E qui sta la grandezza dell' autrice, in quella definizione descrittiva del particolare, l' alternare dialoghi e silenzi, interiorità' ed esteriorita', con tocco delicato, mai banale, tralasciando il superfluo e tracciando un complesso armonico e musicale, un coro di voci nell' individualismo imperante.
I personaggi respirano unicita', sono riconoscibili, uniti dalla propria storia ma profondamente soli, ognuno percorre un proprio cammino, sembra votato alla solitudine per impossibilità' di dialogo e di vera condivisione, ma è' funzionale alla storia, si incastra in quel puzzle che alterna flash-back e contemporaneità' in una miscellanea perfetta.
Ne emerge un racconto non solo piacevole nella trama, sarebbe sminuente, e nella psico-emozionalita' dei protagonisti, parte rilevante, ma un romanzo completo, una narrazione ficcante, ben scritto, con innumerevoli spunti di riflessione.
La peculiarità' dell' autrice sta nella fusione, all' interno della trama, di elementi sino- americani, legati alla propria biografia, e che quindi ben conosce, in una dimensione diacronica che, partendo dalla Cina del 1989, ci parla dell'America contemporanea e della Cina della modernità', affrancatasi da un modello tradizionalista, contadino, obsoleto, per affaccciarsi al capitalismo filo-occidentale.
Eppure, negli anni che passano, i protagonisti percorrono universi spazio-temporali mantenendo un' identita' espressiva e comportamentale, gravati dal peso della memoria e della propria solitudine, estranei in patria e viceversa apparentemente integrati in una realtà antitetica, ma fondamentalmente sempre e comunque anime solitarie e condannate dal senso di colpa della propria coscienza e da quella sofferenza che è' male di vivere e non ha confine ne' possibilità' di ritorno.
Insomma, lettura consigliatissima, caratterizzata dall' unicita' della fusione di elementi orientali, nella peculiarita' dei personaggi descritti, nella attesa, nei ritmi, nelle cadenze, e da una narrazione che si avvale anche della concretezza, dei ritmi quotidiani e dei paesaggi americani, ma prevalentemente di quell'' indagine umana complessa e completa che solo i grandi scrittori sanno così' bene definire, contestualizzare e farci rivivere.

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Complimenti per l'interessante recensione. Bella segnalazione.
Mi associo, bella segnalazione.
In risposta ad un precedente commento
68
09 Marzo, 2016
Ultimo aggiornamento:
09 Marzo, 2016
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Trovo strano, o forse non troppo, che questa autrice, che trovo di grande spessore, sia poco conosciuta da noi; l'ho scoperta casualmente in libreria e poi grazie ad una recensione. Grazie per l' apprezzamento
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