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Ritratto d'uomo fra dilemmi e umanità
Dopo una serie di romanzi autobiografici o dalle trame che copiavano continuamente i loro più celebri predecessori nothombiani, Amelie torna trionfalmente nelle librerie con questo splendido capolavoro.
"Il delitto del conte Neville" infatti è l'insieme di tutto quanto vi è di più bello nelle opere dell'autrice (ironia, sarcasmo pungente, suspense assoluta, filosofia, citazioni letterarie, dialoghi intensi e trascinanti come un tornado e una tempesta marina messi insieme) e, al tempo medesimo, una ventata di aria freschissima. Questa volta la Nothomb lascia leggermente in secondo piano la cattiveria e il senso del grottesco, tòpoi delle sue narrazioni, per fornirci un ritratto pieno di umanità e dolente dolcezza di un uomo: il conte Neville del titolo, per l'appunto.
Henri Neville è un nobile che, pur di vivere nell'onestà, ha accettato di subire il decadimento economico. E’stato un nobile di nome ma non di fatto, essendo stato costretto a conoscere la fame, la miseria, la morte e il dolore fin da piccolo. Tutti questi elementi hanno segnato profondamente la sua personalità, rendendolo un uomo affettuoso con moglie e figli, generoso, magnanimo e, più di ogni altra cosa al mondo, affabile con gli amici, gli ospiti. Organizzare feste e party, infatti, se prima era il suo lavoro, diventa nel presente una ragione di vita: gli invitati per Neville sono sacri, così come lo è vederli felici intorno a lui, nelle sue proprietà e coi suoi intrattenimenti.
Per questo reagirà estremamente male alla profezia della veggente, escludendo subito che possa essere il frutto di un delirio, una semplice frottola. Da quel momento in poi, il conte non avrà un attimo pace, trascorrendo notti insonni e assillandosi la mente di domande: si può scampare al proprio destino? Se sì, esso ti inseguirà finchè non lo adempi? O dobbiamo andargli incontro se non addirittura favorirlo?
In mezzo a questi dubbi amletici, un altro tratto fondamentale caratterizza il romanzo: il rapporto tra Neville e la figlia minore Sèrieuse, di 17 anni, silenziosa, apatica e anonima rispetto ai suoi perfetti, bellissimi e solari fratelli maggiori. Un rapporto che sembrava labile, inesistente, fatto di pochissime parole e che nella storia si intensifica e risveglia.
Il resto è tutto da leggere, poiché le rivelazioni e i colpi di scena sono parecchi.
Un bell’applauso alla mitica Amèlie Nothomb!
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