Dettagli Recensione
Pugno grafico
Marjane Satrapi conosce la morte, la perdita e la paura fin da piccina, raccontando ivi la sua vita e, al tempo stesso, un passaggio tragico e sanguinario della storia dell’Iran, suo paese d’origine: dalla caduta dello scià all’instaurazione del regime islamico - teocratico, detentore di un potere totalitario e oppressivo che mal si addice al carattere ribelle e vivace della protagonista che, a causa di ciò, si trasferirà a concludere gli studi liceali nella più liberale Austria.
I problemi purtroppo non mancheranno nemmeno lì: Marjane, da già indipendente e forte ragazzina, diventerà donna, incontrerà amici e una società di usi diametralmente opposti ai propri, vivrà i primi amori e, più di ogni altra cosa, si confronterà con se stessa, cercando di non dimenticare chi è veramente e da dove viene, assorbendo quella che credeva una liberazione per poi risputarla, domandandosi se sia meglio la vita lì o in Iran e quale futuro potrà mai aspettarla. Se sia peggio il disagio di non sentirsi parte del mondo o di sentirsi lontana da una terra che, seppur devastata da guerre, morte e rigide restrizioni, è pur sempre una culla, parte dell’identità, una casa dove la famiglia ti aspetta.
I disegni relativamente stilizzati, dai contorni dolci e curvillinei, contrastano nettamente con tutta la brutalità, la violenza e le privazioni narrate in questa graphic novel, dove ogni tratto di inchiostro è un pugno in un occhio. Le immagini parlano più delle parole e rimangono a lungo nella mente, come se fossero state impresse con uno stampo.
L’arte e la letteratura si uniscono in questa danza tetra, condita da ironia, sensibilità, speranza e coraggio. Una prova d’autrice davvero lodevole, che aiuta a guardare la realtà con altri occhi. Che aiuta a perdonare ma non a dimenticare.
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Commenti
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complimenti per la recensione, soprattutto l'ultima parte rende davvero giustizia a questo bellissimo libro.
Federica.