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CONFLITTO PADRE-FIGLIO
Un romanzo basato su una grande storia di amicizia, al centro di un piccolo universo nel quale gli elementi cercano di orbitare immutabilmente intorno alla propria fonte di verità, ovvero la stella. Danny e Reuven sono due ragazzi quindicenni, entrambi ebrei, che vivono nel quartiere di Brooklyn negli anni che attraversano la seconda guerra mondiale, inseriti nel microcosmo della comunità ebraica. Ma l’apparenza di una identità culturale comune viene solcata in due dalle profonde differenze esistenti tra la comunità chassidica, alla quale appartiene Danny Saunders, e quella degli “apicorsim”, termine utilizzato dai primi per definire sprezzantemente gli ebrei progressisti, alla quale invece appartiene Reuven Malter. La rivalità esplode subito all’inizio del libro, durante l’incontro di baseball che oppone la squadra liceale dei chassidici contro quella di Reuven, e culmina con l’infortunio all’occhio di quest’ultimo, colpito con volontaria violenza dalla palla lanciata da Danny. Eppure sarà questo grave episodio a fornire la scintilla che accenderà la fiamma della loro amicizia. Due mondi all’apparenza così simili e invece diametralmente opposti, troveranno un punto di incontro nel momento in cui si renderanno conto di essere due piccoli ingranaggi inseriti in un meccanismo che ha già scelto quale dovrà essere la loro funzione. La tradizione chassidica vuole che il figlio del rabbino, in questo caso Danny, debba seguire per reditarietà le orme del padre, ma questa usanza secolare si scontra con la mente del ragazzo, predisposta ad un futuro ben diverso e molto lontano dalle aspirazioni paterne. IL romanzo si snoderà attaverso il conflitto interiore di Danny che,passo dopo passo, si renderà conto della voce interiore che prima sussurra e poi urla con disperazione il desiderio di percorrere il cammino della propria vita su un percorso nuovo. E purtroppo anche attaverso il conflitto esteriore con il padre che all’apparenza ripudia ogni cosa che non sia espressione dell’ortodossia chassidica.
Il protagonista del romanzo è indubbiamente Danny, ma la narrazione è improntata dal punto di vista dell’amico, Reuven, un espediente che permette di osservare e comprendere la crescita di un carattere attraverso l’alterità, senza mai far trapelare emozioni e pensieri di Danny.
Molto interessante l’ambientazione storica, dato che il romanzo si sviluppa tra il 1940 e il 1948, anni importantissimi per il giudaismo mondiale culminati con la sofferta creazione dello stato di Israele. Evento, quest’ultimo, che ovviamente creerà un’altra profonda divisione all’interno delle comunità ebraiche Newyorchesi, e sarà terreno di scontro per le figure altamente eurdite dei padri di Reuven e Danny.
Un romanzo che si basa su una storia di amicizia ma che, durante lo svolgimento, introduce molti altri temi interessanti oltre a quelli storici, e personalmente ho trovato di una profondità immensa l’analisi del conflitto tra le aspettative dei padri per i figli e le aspirazioni di questi ultimi per la prorpia vita. Un conflitto che durerà tutto il romanzo e si risolverà in una maniera inaspettata, cambiando il senso della storia nelle ultime trenta pagine.
Una nota positiva la merita anche la prosa di Potok, molto scorrevole pur cimentandosi con dialoghi contenenti termini strettamente Yiddish, tenendo sempre alta l’attenzione del lettore e il desiderio di proseguire pagina dopo pagina. Un libro molto profondo, ma che si divora come una bella avventura.
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La storia dei due protagonisti continua nel romanzo "La scelta di Reuven", libro forse ancora più bello di questo che hai letto.