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L'amore ai tempi del colera
 
L'amore ai tempi del colera 2016-02-08 21:52:21 aislinoreilly
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aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    08 Febbraio, 2016
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Che amore sia!

Questo è il primo romanzo che leggo di Márquez ed è stato un caso che in questo periodo abbia visto anche il film di Ciro Guerra, “Los viajes del viento”, rimanendo in tema di autori colombiani…

Gabriel García Márquez è stato uno scrittore, giornalista e saggista colombiano, morto da quasi due anni or sono (nell’aprile 2014). Famiglia molto numerosa la sua (primogenito di 16 fratelli), il padre era telegrafista e la madre una sedicente chiaroveggente mentre i nonni materni, con i quali crebbe, erano uno, colonnello liberale, l’altra, una grande conoscitrice di fiabe e leggende locali. Dopo aver tentato di intraprendere gli studi di giurisprudenza e scienze politiche, abbandonò l’università per lo scarso interesse nelle materie di studio. La sua carriera nel giornalismo iniziò con il trasferimento a Cartagena dopo i disordini del 1948 (periodo del “la Violencia”), nel 1949 si trasferì a Barranquilla e nel 1955 si trasferì a Roma per seguire corsi di regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Nella sua vita girò molto, finendo in Messico dopo aver perso, per ragioni politiche, l’autorizzazione alla residenza permanente come cronista negli Stati Uniti. Tra le varie vicissitudini che caratterizzarono la vita di Gabriel, c’è la co-fondazione della Scuola Internazionale di Cinema e TV di Cuba.
La sua attività letteraria inizia nel 1955 con il romanzo “Foglie morte” fino all’ultimo romanzo risalente al 2004, “Memorie delle mie puttane tristi”. Morirà in una clinica di Città del Messico, dopo aver combattuto con un linfoma di Hodgkin .

“L’amore ai tempi del colera” mi è sempre sembrato uno di quei classici della letteratura che andrebbero letti per cultura generale però, leggendo la produzione letteraria di questo autore, mi sono resa conto che non sono partita dal suo romanzo più famoso… Ormai è andata.
La Trama in breve: I personaggi principali sono 3: Florentino Ariza, Fermina Daza e Juvenal Urbino. Il libro è strutturato a flashback, la primissima parte del romanzo non è altro che l’inizio di quello che sarà poi l’epilogo della storia, il resto è un percorso a ritroso nelle vite dei nostri 3 personaggi. Florentino Ariza è il vero protagonista, è un ragazzo schivo, criptico e dall’aspetto indecifrabile; Fermina Daza è una ragazza bella, fresca ma per certi aspetti ribelle per l’epoca, una ragazza posata incline alla “selvatichezza”. I due si innamorano e tra loro si instaura una fitta corrispondenza ricca di promesse e parole d’amore. Il padre di Fermina non è d’accordo e fa allontanare la figlia per un lungo periodo per farle dimenticare lo scomodo pretendente. Ci vorrà un incontro ravvicinato al suo ritorno in città per farle passare l’innamoramento: Florentino non è il ragazzo che fa per lei e rompe bruscamente il loro fidanzamento. Da qui inizieranno le interminabili avventure ed agonie di Florentino che farà di tutto per “rimpiazzare” l’unico vero amore della sua vita, senza successo. Il finale rivela però, delle belle sorprese e non starò a fare spoiler odiosi, vi invito a concedervi alla lettura. :)

Il romanzo è ambientato durante un’epidemia di colera in una città dal nome sconosciuto, vicino al Mar dei Caraibi e al Fiume della Maddalena, tra il 1880 ed il 1930. Apparentemente è una classica storia d’amore condita dalle classiche illusioni, momenti di gioia incontrollabile e agonie dell’abbandono, ma non soffermiamoci su questo aspetto superficiale. L’amore è alla base (secondo me) del romanzo ed è fondamentalmente di 4 tipi: l’amore platonico iniziale che c’è tra Florentino e Fermina, si scambiano lettere, si vedono in lontananza, si immaginano cose fantastiche insieme ma la realtà si abbatte su Florentino come una mannaia, Fermina non lo ama veramente. Amava solo il Florentino che si era creata nel suo immaginario, non quello reale, bruttino e apparentemente freddo e distaccato, bravo solo con le parole. Da qui si dividono due amori che scorrono paralleli nel romanzo: Florentino scopre l’amore carnale, la passione nuda e cruda, con o senza interesse ed allo stesso tempo soffre e arde dell’amore non corrisposto nei confronti di Fermina, un chiodo fisso nella sua testa. Florentino è malato d’amore, è sul confine tra l’essere maniaco ed essere schiavo del sesso e questa sua inclinazione è sempre giustificata dalla devozione nei confronti della sua unica donna del cuore. Nessuna, in tutto il racconto, riuscirà a sostituirla fino in fondo.
Fermina, dal canto suo, vive l’amore (talvolta) come un automatismo, concedendosi quasi malvolentieri alla routine matrimoniale con Juvenal. L’ama o non l’ama? Lei si interrogherà spesso, ma dentro di sé lo scoprirà solo in vecchiaia, quando si renderà conto della necessità di avere qualcuno vicino che le sia di sostegno incondizionatamente.
Infine, abbiamo l’amore maturo, l’amore di chi non ha più niente da perdere ma si concede ancora alla passione con un approccio costruttivo e mirato al benessere comune, alla gioia dello stare insieme. L’amore nella vecchiaia ha un altro sapore ma c’è sempre, non è un sentimento alieno all’anziano ma può rinvigorire anche la mente più sconfitta e rassegnata alla fine.

Chi legge è quindi sballottato continuamente tra le scorribande amorose (talvolta eticamente discutibili) di Florentino e la sensazione di essere in gabbia di Fermina. Vi posso assicurare che ciò ha un vero effetto “benefico” sulla lettura di un simile mattone ( 376 pagine nella mia versione), non si trova mai monotono e scontato, anzi, sorprende continuamente.
Un altro argomento molto trattato verso la fine del racconto è l’invecchiamento. Esso non è rappresentato solo come un decadimento fisico, nell’aspetto esteriore, ma anche dal punto di vista psicologico, sia dei diretti interessati che in coloro che li circonda. Sì, perché se anche in vecchiaia l’amore è sempre vivo, è l’amore maturo di cui ho appena parlato. Però non è semplice per due anziani amarsi senza essere giudicati: i giovani non apprezzano questa intesa, credono che sia sconveniente per due persone ormai vecchie. Ma cosa c’è di sconveniente? Nulla. L’amore è tale anche quando si è prossimi alla morte, senza discriminazioni di alcun genere.

Detto questo, ho fatto anche un’analisi approssimativa di ciò che mi è sembrato fondamentale trattare, magari vi ho anche annoiato ma alla fine queste mie recensioni devono essere un promemoria soprattutto per me, visto che non mi potrò ricordare ciò che leggo per sempre.
Che dire, sono rimasta soddisfatta della lettura e rimango dell’idea che sia un libro da leggere, sia per la piacevolezza della scrittura che per i temi trattati. È una trama bella intricata quindi indico questo romanzo a coloro che possono leggere con continuità senza grosse pause; lo consiglio agli amanti dei romanzi “rosa” ma anche a coloro che non hanno preferenze particolari, tipo me.
Buona lettura a tutti!

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Commenti

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Bella recensione. Anch'io ho trovato il libro molto gradevole, anche se l'autore non è fra i miei preferiti.
In risposta ad un precedente commento
aislinoreilly
09 Febbraio, 2016
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Grazie mille! Non è sicuramente un libro scontato, sull'autore non mi espongo ancora, leggerò altro sicuramente però...
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