Dettagli Recensione
c'è ancora umanità?
Non c'è un luogo specificato. Non c'è un nome pronunciato. Non c'è una speranza concreta. Paradossalmente non c'è nulla di quello che tutti noi agogniamo quotidianamente: dare un nome, avere tutto sotto controllo, sapere dove si sta andando.
Romanzo da togliere letteralmente il fiato, La Strada, si apre su una realtà (forse) post-apocalittica, dove i protagonisti sono un padre e suo figlio che devono andare verso sud. Il bambino rappresenta la speranza e l'animo umano ancora intatto, animo che il padre non ha più e che difende con una pistola nella quale son rimasti solo due proiettili.
Durante il loro cammino incontrano desolazione e cenere e qualche individuo poco raccomandabile, come se insieme alla Terra si fosse estinto anche il sentimento umano (in una scena trovano addirittura delle persone vive tenute prigioniere per diventare i pasti dei loro aguzzini).
Più volte durante la storia il bambino domanda al padre se stiano per morire..e non sempre il padre riesce a mentirgli.
Incisivi ed efficaci i dialoghi privi di qualsiasi punteggiatura e composti da lapidarie e brevi frasi, in alcuni casi solo singole parole. Descrizioni semplici del paesaggio circostante, con elementi costanti, come la cenere, il freddo di notte, la pioggia grigia e tutto bruciato.
Come giustamente ha scritto Arianna nella sua recensione, è un paesaggio in bianco e nero..il lettore stesso non riesce ad immaginarsi i colori. E personalmente non mi sarei mai immaginata di leggere un libro così.
Fondamentalmente i contenuti non sono un granchè, voglio dire, per tutto il romanzo non si fa altro che camminare, fermarsi, dormire, cercare da mangiare..per poi ricominciare da capo, come se il mondo si fosse fermato: eppure McCarthy è stato in grado di scendere così a fondo nell'animo umano da coinvolgere il lettore a livello emotivo, lasciandogli addosso una sensazione di straniamento e smarrimento.
Quasi a volerti dire "prova a pensare se succedesse a te".