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Non si può vivere nel passato
Un ragazzino scomparso nel nulla. Una famiglia ai limiti del crollo emotivo. I giorni, i mesi, quindi gli anni passano nella speranza di un cenno, un indizio anche flebile, per continuare a crederci. Solo una misteriosa cartolina sembra affermare con forza che Justin sta bene, ma resistere all’assenza diventa ogni giorno più dura.
Eric, il padre, si rifugia nell’insegnamento e soprattutto tra le braccia dell’avvenente amante. Laura, la madre, trova nel volontariato presso un acquario la propria valvola di sfogo. Griff, il fratello minore, si svaga con lo skateboard mentre comprende che il mondo conosciuto in precedenza si sgretola ogni giorno di più. Cecil, ormai anziano e padre di Eric, si sente inutile nel suo negozio di pegni.
Finchè Justin, come per miracolo, riappare. Urge ora ricostruire la sua storia, capire dove ha vissuto, chi lo ha rapito e a che scopo, e soprattutto, con massima delicatezza, comprendere la portata degli eventuali abusi subiti cercando di aiutarlo a superare il trauma .
B. A. Johnston lascia sullo sfondo l’indagine poliziesca, allo stesso modo lancia vaghi accenni riguardo i maltrattamenti, non è ciò che gli preme analizzare, non è il fulcro sul quale basare la sua storia.
Ad interessarlo sono le dinamiche famigliari costituitesi a fronte del ritrovamento.
Si passa dal senso di colpa, di impotenza e scoramento a un’ incontenibile gioia. Allo stesso tempo però qualcosa si è inceppato, addirittura infranto per sempre, perduto nei meandri di un solare passato che mai potrà tornare, deturpato e lordato dalle mani di un uomo nero dalla mente deviata.
E qui l'autore si mostra bravissimo, ovvero nel creare un nuovo malessere, modulato su quello precedente ma sfumato sulla vergogna di non riuscire ad essere felici nonostante il peggio sia passato. C’è quasi un rispetto religioso nell’affrontare Justin, nel cercare di esorcizzare il suo periodo di assenza. Ma c’è la difficoltà ad accettare il suo cambiamento, il paragone impietoso con il come era è in perenne agguato, pronto ad azzannare.
E ciò comporta un nuovo scarto verso la paura, l’incomprensione, l’incapacità di gestire una situazione gravosa in cui la normalità sarà per sempre influenzata dal ricordo.
Approfondimento psicologico e caratteri credibili creano la forza del romanzo, magari un po’ ripetitivo in alcuni passaggi ma davvero ben scritto ed incalzante.
Molto buona la creazione del senso incombente di tragedia a permeare ogni pagina fino ad una catarsi apprezzabile e a un nuovo inizio, in cui diventa necessaria l’accettazione totale di un presente inevitabilmente diverso, perché sono gli addendi, in primis, ad esser cambiati.
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